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Esce “Kotodama”, raccolta di haiku giapponesi di Maria Laura Valente e fotografie di Stefano Bertoli

Da oggi è disponibile su www.kipple.it la plaquette Kotodama, silloge di haiuku giapponesi in lingua italiana di Maria Laura Valente e fotografie originali di Stefano Bertoli, con traduzioni in anglo-americano della stessa Maria Laura Valente coadiuvata da John Martone; le traduzioni in lingua giapponese sono di Ban’ya Natsuishi e la prefazione è di Diego Martina, la postfazione è di Sonia Caporossi.

LA QUARTA
La «parola-spirito» kotodama 言霊è vocabolo totemico, nonché rivelatore, dello spirito (ani)mistico e poetico del Giappone più ancestrale, il cui concetto fondativo, come rilevato da Pierantonio Zanotti, pertiene all’ambito antropologico prima ancora che a quello letterario, giacché «indica il potere performativo […] della parola […] abitata da forze in grado di agire sul mondo materiale».
A ciò sembra essere sotteso un ineluttabile stato di promiscuità tra umano e divino (quest’ultimo da intendersi come spirituale lato sensu), un meticciato ontologico primigenio, la cui intrinseca armonia metatemporale trova la propria condicio sine qua non tanto nel riconoscimento del potenziale liberatorio di una tale sincresi primeva quanto nel makoto no kokoro («cuore sincero»).

GLI AUTORI
Maria Laura Valente (Campobasso, 1976), classicista, poetessa, haijin e critico letterario, vive a Cesena, dove lavora come docente liceale di Letteratura latina e italiana. Si occupa di critica letteraria collaborando con i lit-blog “Poesia del Nostro Tempo”, “ParolaPoesia”, “Versante Ripido” e “Cinquesettecinque”, nonché con il periodico cartaceo “Graphie – Rivista Trimestrale di Arte e Letteratura”. È membro di giuria nei premi letterari “Bologna in Lettere” e “Versante Ripido”, fa parte dello staff organizzativo del festival multidisciplinare “Bologna In Lettere”. Come poetessa, ha pubblicato le raccolte Giochi d’Aria (Rupe Mutevole, 2010), Lustralia – Abluzioni liriche (LunaNera, 2016) e La memoria del dolore (Progetto Cultura, 2022). Nell’ambito della poesia haiku in lingua italiana, oltre a comparire su riviste e antologie di settore, ha pubblicato le sillogi La carezza del vento (LunaNera, 2018) e Hatsuyume (La Ruota, 2019), con cui ha conseguito il Premio Speciale della Critica nell’VIII edizione del Premio Nazionale di Poesia L’Arte in Versi nel 2019). Annoverata per tre anni consecutivi tra i 100 haikuists più creativi d’Europa (Haiku Euro Top, 2016-2018), suoi componimenti sono stati esposti al pubblico nelle città di Washington (Golden Triangle Haiku Contest, Marzo 2018) e di Dublino (Nickie Hayden’s Haiku Wheel / Sanctuary Exhibition @Olivier Cornet Gallery, Dicembre 2020). Con suoi haiku in lingua inglese figura in antologie internazionali, tra le quali The Old Song (Red Moon Press, USA, 2018); Ekphrasis (Gran Bretagna, 2018); Wild Voices (Gran Bretagna, 2018); World Haiku Anthology (Giappone, 2018, 2019, 2020, 2021, 2022); Wishbone Moon (Jacar Press, USA, 2018); Peonies (Bulgaria, 2019), nonché su riviste di settore di vari Paesi, quali Giappone (The Mainichi; Asahi Hakuist Network; NHK Haiku Masters), Austria (Chrysanthemum), Gran Bretagna (Presence; Blithe Spirit; Hedgerow; Ephemerae), Francia (Gong), Stati Uniti (Modern Haiku; The Haiku Foundation; Otata; Akitsu Quarterly; Frameless Sky), Canada (Haiku Canada Review), Russia (Ershik; Utlika), Africa (The Mamba). Alcuni suoi tanka in lingua inglese sono apparsi nei periodici statunitensi Moonbathing e Skylark. In Giappone, è invitata a intervenire alla Conferenza Internazionale della World Haiku Association Haiku Future / Haiku World (Tokyo, 13-15 settembre 2019) nella duplice veste di relatrice sul tema delle criticità della traduzione di haiku contemporanei in lingua latina e di poeta haijin.

Stefano Bertoli è nato in Italia nel 1969, da quasi quarant’anni si divide fra una carriera di Musicista e una di Sound Engineer, Sound Designer. Si appassiona alla fotografia digitale nei primi anni 2000, dopo una lunga esperienza come grafico per le copertine di diverse uscite discografiche. Nel 2020 esce il suo primo libro fotografico: KAWAAKARI (Rivelazioni IÖR) realizzato insieme a dei Cut Off su versi della Poeta Daniela Biasoletto. Il Concept Book successivo, Cielo Cadmio (Kipple Edizioni Librarie) del 2021 è accompagnato, invece, dai versi della Poeta Ksenja Laginja. Kotodama è la sua terza uscita fotografica e seconda parte di una trilogia di Album Fotografici dedicata al Giappone.

LA COLLANA
Collana Fuori è uno spazio per le opere di frontiera di Kipple Officina Libraria, intrise di sensibilità ineffabile da lasciare l’anima e il cuore aperti, istanti di essenza in crescita.

Maria Laura Valente – Stefano Bertoli| Kotodama
– Prefazione di Diego Martina
– Postfazione di Sonia Caporossi
– Traduzioni in lingua anglo-americana di Maria Laura Valente e John Martone
– Traduzioni in lingua giapponese di Ban’ya Natsuishi

Kipple Officina Libraria
Collana Fuori — Formato cartaceo — Pag. 64 – € 15,00 — ISBN 978-88-32179-90-3

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Esce “Bio-Kin – NeXT-Stream 4”, per la collana Avatar

Esce oggi in cartaceo e digitale, per la collana Avatar, la raccolta di racconti Bio-Kin – NeXT-Stream 4, quindici autori del fantastico italiano che si misurano sul delicato tema della bioetica, sulle nuove frontiere della vita e di ciò che si può ritenere tale.
La curatela dell’opera è di Lukha B. Kremo, la postfazione di Sandro Battisti, la copertina di Ksenja Laginja.

SINOSSI
Quella che vi apprestate a leggere non è un’antologia manifesto del nuovo visceralmente a spron battuto – o almeno, così potreste credere che sia – ma un’introduzione al nostro futuro possibile, apparentemente non troppo difforme dal nostro attuale, eppure ha in sé i germi di un dissonante spaventoso.
Gli autori coinvolti in questo progetto hanno saputo portare avanti delle linee d’immaginazione e confronto con le tecnologie attuali molto ben realizzate, perciò cosa vi può spaventare ancora di ciò che avverrà? L’umanità è stata sé stessa per interi millenni – tralasciando la Preistoria – e ha combinato sfracelli tali da gettare fango su fango sulla nostra genia: allora non è forse meglio tentare il divenire stracciando il presente e cercando di rifondare davvero i nostri pensieri, i corpi, le esistenze, per migliorare un poco la nostra vita? Rivoltare il tavolo è forse l’unica possibilità che abbiamo, se non ci crediamo noi, nessuno lo farà al posto nostro: leggendo queste storie potrete capire che un altro mondo è possibile, dobbiamo renderlo vivo prima che il marcio dell’umanità ci sommerga. Il trucco è usare la tecnologia per i nostri scopi, non per i loro.

ESTRATTO – dalla prefazione del curatore
Bios ed ethica, vita e idea della stessa. È proprio sulla base della nostra concezione di vita (sacra? inutile? un passaggio della materia?) che derivano le risposte che diamo alle domande più difficili.
Tra queste: quando l’essere umano diventa “cosciente”? Al momento del concepimento, alla nascita o in una qualche fase intermedia, e quale? Quando la vita del feto è parte della donna e quando non lo è più?
Non sempre il processo della morte avviene in pochi minuti, a volte servono anni, magari passati in stati vegetativi e di coma profondo, per arrivare al definitivo decesso. Quando è il momento in cui ci si può considerare morti? Quando accelerare il processo diventa una pratica naturale o lecita? Basta la volontà di morire?
Clonare e usare cellule umane a cosa può essere giusto? Curare? Creare tessuti? Creare un’altra persona?
Il Dna è una sorta di codice univoco della persona, un identificativo, direbbe la società tecnocratica, quanto è giusto trasportarlo da una cellula all’altra?
Cambiare il sesso è naturale? È lecito? È lecito farlo anche più volte? Quanto la società che ci circonda influisce sul nostro sentire sessuale?
E, in fondo, a quale scopo si pratica una scelta etica? La sacralità della vita? Il bene inteso come “utile alla società”? L’utile inteso come profitto?
E con la tecnologia che ci permette pratiche sempre più sofisticate e invadenti, cosa cambia?
Per stare con Socrate, prima della risposta è importante l’approccio etico, quello che ci sembra migliore sulla base dei fatti e non delle credenze, e quindi un’idea di base che ci faccia da timone, prima che questo venga afferrato e controllato da chi prende le decisioni al posto di chi non le prende.
Quindi non risposte ai quesiti di cui sopra, ma l’attitudine ad affrontare le questioni prima che lo faccia qualcun altro al posto nostro.
Ecco il perché del titolo: “kin”, parentela, come la intende Donna Haraway, cioè un legame allargato tra i viventi, una connessione d’intenti che non è una mera bolla, ma un olobioma che vive di interazioni delle proprie unità biologiche. Il nuovo “flusso” (la quarta antologia delle serie “NeXT-Stream”) è quindi qualcosa di più verticale, non il ripetitivo scorrere dell’acqua di un fiume, ma una corrente piroclastica d’idee senza alcuna intenzione di essere copia, ma con quella di essere origine di altre idee, proprio come la lava di un vulcano forma nuova roccia.

LA QUARTA
Le vie della fantascienza sono lastricate di tentativi, d’ibridazioni, di sperimentazioni e immaginazioni oltre la quotidianità, d’introspezioni che i nostri sensi umani vorrebbero costantemente porre all’attenzione.
Noi siamo il nostro tempo e i nostri ricordi, le emozioni e i bisogni, le paure e le constatazioni, e mai penseremmo che sia possibile rimanere identici nel futuro già incipiente: abbiamo la sensazione che il tempo ci priverà in parte della nostra identità, ma forse è solo perché non abbiamo abbastanza immaginazione per tuffarcisi dentro.
“Bio”, vita, e “Kin”, parentela, come la intende Donna Haraway, cioè un legame allargato tra i viventi, una connessione d’intenti che non è una mera bolla, ma un olobioma che vive d’interazioni delle proprie unità biologiche.
Il nuovo “flusso” (la quarta antologia delle serie “NeXT-Stream”) è quindi qualcosa di più verticale, non il ripetitivo scorrere dell’acqua di un fiume, ma una corrente piroclastica d’idee senza alcuna intenzione di essere copia, ma con quella di essere origine di altre idee, proprio come la lava di un vulcano forma nuova roccia.

GLI AUTORI
Nicoletta Vallorani, Elisa Franco, Franco Ricciardiello, Alessandro Pedretta, Giulia Abbate, Marco Scarlatti, Axa Lydia Vallotto, Helena Velena, Fabio Aloisio, Giovanna Repetto, Nino Martino, Stefano Spataro, Laura Scaramozzino, Franci Conforti e Daniele Brolli.

LA COLLANA
Avatar è la collana di Kipple Officina Libraria dedicata ai romanzi e grandi capolavori prettamente italiani del Fantastico e della SF, opere contraddistinte dalla cura meticolosa dei testi e dalle ampie visioni autoriali.
Il logo della collana sintetizza perfettamente il circolo del tempo, delle conoscenze, degli eventi nascosti; l’iperbole del Fantastico per spiccare il volo nella fantasia più sfrenata e meravigliosa.

Aa. Vv., Bio-Kin – NeXT-Stream 4
A cura di Lukha B. Kremo
Postfazione di Sandro Battisti
Copertina di Ksenja Laginja

Kipple Officina Libraria – Collana Avatar
Formato cartaceo – Pag. 264 – 15.00€ – ISBN 978-88-32179-88-0
Formato ePub – Pag. 274 – 3.99€ – ISBN 978-88-32179-89-7

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Esce in cartaceo “L’indeterminazione del Principio – Chthulupunk”, di Lukha B. Kremo

Esce oggi in formato cartaceo il volume “L’indeterminazione del Principio – Chthulupunk”, di Lukha B. Kremo.
L’ecletticità dei temi trattati dall’autore pongono nuove frontiere a ciò che può essere definito reale, in bilico tra ricordi e futuro, tra sensazioni e costruzioni mentali, le due proposte contenute in quest’edizione già uscite in edizione digitale per Delos Digital espandono le possibilità mentali di ciò che possiamo definire tangibile.

LA QUARTA

L’indeterminazione del Principio è il rovesciamento del Principio d’indeterminazione della Meccanica Quantistica e la sua trasposizione nella vita reale.
È l’inafferrabilità degli eventi della nostra quotidianità, che si trasformano istantaneamente in ricordi e quindi in ricostruzioni sempre più artefatte, che ci passano davanti agli occhi come una pellicola cinematografica. La coscienza usa la razionalità per interpretarli ergendosi a tribunale della memoria, in cerca di una verità processuale che la possa accontentare.
In seguito a un’aggressione, Mara cerca di ricostruire i tasselli della sua vita insieme al presunto regista di un film di cui non conosce la trama.
Tra cinema e tribunale, più procede nei ricordi e più si rende conto che le scene del film descrivono la sua vita nella realtà di un mondo che non è più il suo, non distinguendo più i testimoni del processo dagli attori e dalle persone reali che ha conosciuto.

Segue Chthulupunk, uno scritto divertente e inclassificabile, una sorta di biografia più o meno romanzata, che spazia a cavallo tra Filosofia, analisi socioeconomica, Fisica quantistica, critica al Capitalismo, collassi di realtà indeterminate, elaborando una delle sue più ardite prove di scrittura in cui l’idealismo è lontano, ma ancora raggiungibile, con un misto di volontà inconscia e caos controllato.

L’AUTORE

Lukha B. Kremo è autore di narrativa fantastica e di fantascienza. Ha vinto il Premio Urania 2015 con il romanzo Pulphagus® fango dei cieli (vincitore anche del Premio della critica Vegetti e del Premio Cassiopea), il Premio Robot nel 2018 con Invertito (pubblicato nell’omonima rivista e sulla rivista ungherese Galaktika) e nel 2022 con Incommunicado, e cinque Premi Italia per saggistica e narrativa. Oltre a Pulphagus® e al presente volume, ha pubblicato i romanzi di fantascienza Il Grande Tritacarne, Gli occhi dell’anti-Dio, Trans-Human Express, Trilogia degli Inframondi, Korchin e l’odio, L’uomo che vedeva il passato, il picaresco contemporaneo Storie di Scintilla, il noir Quando cade un angelo e il pamphlet satirico Pop-politics (con Pee Gee Daniel).
Ha pubblicato più di cento racconti, tra cui L’incanto di Bambola (uscito anche in Giappone e in Ungheria) e Il gatto di Schrödinger, che nel 2011 è stato 1° nella classifica generale degli eBook su Amazon.it. Nel 2014 i migliori racconti sono stati raccolti nell’antologia L’abisso di Coriolis.
Laureato in Storia Medievale, è da sempre osservatore delle nuove dinamiche culturali e subculturali artistiche e letterarie; negli anni 2000 ha lavorato per la Shake Edizioni di Milano e ha curato i 14 numeri della fanzine Avatär.
Le tematiche affrontate della sua narrativa spaziano dal rapporto con la tecnologia, alla costruzione di utopie e distopie, alla possibilità scientifica di universi paralleli, all’indagine delle nuove identità umane e postumane, alle urgenze ecologiche planetarie, alle problematiche legate al linguaggio.
Ha fondato la Kipple Officina Libraria ed è condirettore della collana “Avatar”. Nel 2005 prende parte al movimento del Connettivismo, di cui nel 2008 ha curato l’antologia Frammenti di una rosa quantica. Dal 2015 Cura la serie antologica “NeXT-Stream”, dedicata agli autori contemporanei di fantascienza italiana, giunta al quarto volume.
Nel 2019 il suo nome è legato a un presunto rapimento di cui sarebbe stato vittima. Il tutto è descritto nel mediometraggio Il kaso Kremo, di Mariano Equizzi.
A livello non professionale segue progetti di Mail-art e della Nazione Oscura Caotica, la simulazione di una micronazione sovrana, e ha pubblicato diversi cd di musica elettronica con il nome di Krell.
Dopo aver vissuto molti anni a Milano, si divide tra Livorno e Torriglia (provincia di Genova).

LA COLLANA

Collana Fuori è uno spazio per le opere di frontiera di Kipple Officina Libraria, intrise di sensibilità ineffabile da lasciare l’anima e il cuore aperti, istanti di essenza in crescita.

Lukha B. Kremo | L’indeterminazione del Principio – Chthulupunk
Cover: Nonio Maia

Kipple Officina Libraria
Collana fuori (collana) — Formato cartaceo — Pag. 160 – € 15.00 — ISBN 978-88-32179-87-3

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Bando Premio Kipple 2024

Kipple Officina Libraria bandisce per l’anno 2024
la XVII edizione del Premio Kipple
per il miglior romanzo e il miglior racconto di genere fantastico

1) Sono ammesse solo le opere in lingua italiana inedite, mai pubblicate su carta, digitale e sul web.

2) Il contenuto deve essere ESCLUSIVAMENTE fantastico. Sono ammessi testi di genere fantastico, declinati prediligendo la prospettiva di Kipple Officina Libraria, cioè la sperimentazione e l’ibridazione tra generi (esempi di sottogeneri che verranno privilegiati: distopia, hard-sf, postcyberpunk, steampunk, solarpunk, new weird, urban fantasy, slipstream, splatterpunk). Testi di qualsiasi altra natura NON verranno presi in considerazione.

3) Sono istituite due sezioni: Romanzo e Racconto. È possibile partecipare con più opere. Eventuali elementi multimediali allegati potrebbero non essere presi in considerazione.

Sezione Romanzo

4) I romanzi devono avere la lunghezza minima di 100 cartelle dattiloscritte e massima di 400 cartelle (per cartella s’intende, all’incirca, una pagina da 60 battute di 30 righe, cioè 1.800 caratteri spazi inclusi, quindi da 180.000 a 720.000 caratteri). Sarà tenuta conto una tolleranza del 10%.

5) La quota di partecipazione è fissata in 20 per ogni opera.

Sezione Racconto (ex Premio Short-Kipple)

6) I racconti devono avere la lunghezza minima di 5 cartelle dattiloscritte e massima di 20 cartelle (per cartella s’intende, all’incirca, una pagina da 60 battute di 30 righe, cioè 1800 caratteri spazi inclusi, quindi da 9.000 a 36.000 caratteri). Sarà tenuta conto una tolleranza del 10%.

7) La quota di partecipazione è fissata in 6 per ogni opera.

Partecipazione

8) Accreditare la quota con uno dei seguenti metodi:

  • accredito sull’indirizzo paypal: kol@kipple.it
  • bonifico alle coordinate bancarie: IBAN IT95W 07601 01600 000043103274 intestate a Gianluca Cremoni Baroncini con causale “Premio Kipple 2024”.
  • accredito sul conto corrente postale n° 43103274 con causale “Premio Kipple 2024”

9) Gli elaborati devono essere spediti come allegati all’indirizzo: kol@kipple.it indicando nel titolo dell’e-mail “Premio Kipple”.
Nel corpo della mail dovrà essere presente: il Titolo (o i titoli) dell’opera, nome e cognome (o eventuale pseudonimo) dell’Autore e la dicitura: “Dichiaro che l’opera allegata non deriva da plagio e di essere in possesso di tutti i diritti a esso connessi; ai sensi del d.lgs. 30 giugno 2003 n.196” e “Autorizzo il trattamento dei dati personali in base all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 e all’art. 13 del Regolamento UE 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali.
In allegato dovrà esserci il testo salvato come: titolo opera di nome autore (con il nome dell’autore, il titolo e un indirizzo email sul frontespizio della prima pagina dell’opera), presentato solo in formato elettronico .doc, .rtf, .odt o .docx e, sempre in allegato, la ricevuta del pagamento.
La redazione risponde sempre alla ricezione delle email, in caso di mancata ricezione della ricevuta controllare nello spam.

10) La scadenza è fissata per il 30 giugno 2024. Il vincitore o vincitori del Premio avranno diritto alla pubblicazione dell’elaborato (uscirà l’opera vincitrice o le opere vincitrici, intendendo così solo romanzo/i, oppure solo racconto/i, o altre soluzioni miste) e riceveranno un contratto con diritto di royalties sulle vendite. L’opera sarà pubblicata in formato cartaceo nella collana Avatar, distribuito nelle librerie tramite distributore Directbook e disponibile in tutte le librerie online, e in versione digitale nella collana eAvatar, distribuito su tutti i portali online.

Esce “I salmi dell’Apocalisse”, di Miriam Palombi, nella collana K_Noir

Esce oggi, per la collana k_noir, diretta da Paolo Di Orazio, “I salmi dell’apocalisse”, il nuovo romanzo di Miriam Palombi che scruta nelle viscere del tessuto storico di Roma per indagare i recessi più nascosti di un villino borghese in cui si nascondono inquietanti iati tra le dimensioni.

La collana “k_noir” è dedicata alle declinazioni noir del fantastico viste in ottica Kipple, connessioni altrimenti inesprimibili che recano il senso di una sapida espansione psichica. Il volume è disponibile in cartaceo e in ebook su www.kipple.it, nelle librerie e nei principali store online; la copertina è di Ksenja Laginja.

ESTRATTO – PROLOGO

…certo è che Orgone, l’energia invisibile e onnipresente che permea il cosmo, può in particolari condizioni essere condensata e diretta. Si può affermare che una certa fenomenologia insolita si possa spiegare seguendo i tragitti di questa energia radiante.
Secondo una rappresentazione geometrica, si tratterebbe di linee, simili a fiumi sotterranei che s’intersecano sulla superficie terrestre, in grado di collegare nello spazio e nel tempo siti precisi. Non è un caso che in passato su questi luoghi siano sorti megaliti, ipogei, e santuari.
Secondo le ultime tesi della nuova geobiologia, la lunghezza, e soprattutto l’intensità di queste linee, sono variabili: da quelle più sottili, a quelle dominanti. Ogni linea ha due poli uguali e contrapposti, denominati Nodi.
La funzione sviluppatasi sul Nodo Sud tende a generare una forza negativa, mentre gli stessi fenomeni applicati al Nodo Nord tendono a suscitare manifestazioni positive. Il NS può essere paragonato al polo negativo di un sistema elettrico, punto di scarica e di uscita, mentre il NN corrisponderebbe al polo positivo di carica o entrata.
Possiamo affermare che queste rette invisibili sono veri e propri marcatori che allineandosi, sia nelle tre dimensioni dello spazio (altezza, larghezza, profondità), sia nelle tre dimensioni del tempo (passato, presente, futuro), formerebbero un reticolo in grado di cingere il globo intero.
Raro è il fenomeno in cui più linee dominanti si intersecano tra loro, dando origine alla vera forma quadridimensionale.
In questo caso anche i Nodi si congiungono in un unico esponenziale polo energetico, denominato per convenzione Vortice. Nei casi di apparente emanazione di altre energie concomitanti, come l’energia magnetica e quella elettrica, si parla allora di “campo fertile”.
Esisterebbe poi un’altra forma di energia, secondo alcuni di origine extrafisica, che non sembra rispettare le comuni leggi della natura, e quindi non misurabile ma percepibile da psiche e inconscio.
Si pensa che forze di varia natura, ancora sostanzialmente oscure, possano emanare da oggetti e corpi viventi per provocare fenomeni paranormali. Così come le acque sotterranee emanerebbero un flusso in grado di far tremare le mani del rabdomante, questa esteriorizzazione della sensibilità sarebbe in grado di generare mutazioni sulla crescita di piante e semi, e invero, di organismi pluricellulari.
Nonostante gli studi fatti, non si è riuscita a fornire, finora, alcuna prova concreta. È ragionevole pensare che, tutto ciò enunciato pocanzi, seppur affascinante, risulti empirico. Mai la scienza accademica tradizionale ammetterebbe l’esistenza delle linee sincroniche.
Eppure è così chiaro. Tutto si collega attraverso l’etere, ed esercita su alcuni luoghi predisposti una serie di azioni, molte delle quali rimangono, a tutt’oggi, ignote.

LA QUARTA

Villa Daleth svetta tra le altre dimore borghesi di un distinto quadrante di Roma. È stata progettata nella sua forma ottocentesca dall’architetto Coppedè, famoso per aver dato il nome all’omonimo quartiere liberty. Ma il palazzo ha il suo senso, diverso da quello che si aspetterebbero i suoi garbati ospiti, e vive di un paradigma proprio. E poi la numerazione degli appartamenti in cui è suddiviso l’edificio ha una sua logica inspiegabile. E perché le connessioni di questo palazzetto affondano anche in altri luoghi dell’Italia, rincorrendo i fili tenaci e sottili della Storia? E cosa c’entra, infine, la psichiatria di Wilhelm Reich?

L’AUTRICE

Miriam Palombi nasce a Milano nel 1972. Autrice di narrativa horror, dark fantasy e mistery. Le sue opere esplorano un universo macabro e spettrale, ispirandosi ai temi più classici del genere.
Impegnata nella divulgazione della cultura horror, curatrice della collana horror della DZ Edizioni, co-fondatrice del blog “Horror Cultura.” Tra i redattori della rivista “Massacro”.

Tra le sue pubblicazioni:
B.I.H.F.F.  Best Italian Horror Flash Fiction, Independent Legions Publishing, 2016
Le ossa dei morti, DZ Edizioni, 2019, prefazione a cura di Paolo Di Orazio
Il Pentacolo. Legacy of Darkness, DZ Edizioni, 2020, “Trofeo Cittadella- Miglior romanzo fantasy 2021”
Rasputin. L’ombra del monaco, Watson edizioni, 2021
I custodi del caos, Delos Digital, 202
Il girotondo delle anime piccole, Weird Book, 2022
Il varco, Scheletri-ebook, 2022
L’ultima reliquia, DZ Edizioni, 2023

Vari racconti sono inseriti in antologie e progetti editoriali.

LA COLLANA

k_noir è la collana di Kipple Officina Libraria, diretta da Paolo Di Orazio, dedicata alle contaminazioni noir con le espressioni più innovative del weird, alle sue mutazioni e ai furori che esplorano i confini della narrativa più esasperatamente umana e, contemporaneamente, più disumana che esista.

Miriam Palombi, I salmi dell’Apocalisse
Copertina di Ksenja Laginja

Kipple Officina Libraria – Collana k_noir
Formato cartaceo – Pag. 128 – 15.00€ – ISBN 978-88-32179-85-9
Formato ePub – Pag. 141 – 3.95€ – ISBN 978-88-32179-86-6

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WorkNeXT, il workshop della Kipple Officina libraria

Siamo lieti di annunciare l’inizio di una nuova avventura: WorkNeXT, il workshop della casa editrice aperto agli autori e alle nuove idee creative e letterarie.
Sulle tracce del connettivismo e sull’onda delle suggestioni di Villa Diodati, dal 5 al 7 aprile 2024, Kipple prenderà residenza letteraria all’O’Connell Street, Irish Country Pub di Piana Crixia (SV), per proporre uno sviluppo narrativo che coinvolga gli autori nella creazione di nuove proposte editoriali.
Abbiamo scelto per la prima edizione della WorkNeXT di approfondire le tematiche legate alle collane Avatar, eXoth e k_noir con la presenza dell’editore Lukha B. Kremo, dell’editor Sandro Battisti e di due ospiti d’eccezione, del mondo weird e fantastico, del calibro di Danilo Arona e Andrea Vaccaro.
Per gli autori iscritti al workshop sarà l’occasione per iniziare a lavorare su nuove opere insieme alla redazione Kipple e agli Special Guests.

Affrettatevi, i posti sono limitati.

Scopri il programma: https://kippleblog.wordpress.com/wp-content/uploads/2023/11/worknext-workshop-connettivisti-by-kipple.pdf.