Prima o poi poteva succedere, e certamente è già successo ad altri, ma a essere onesti non pensavamo davvero che a noi di Kipple Officina Libraria potesse capitare: una nostra pubblicazione è stata cancellata dal catalogo di Amazon. Hai trovato orgasmi nel collettore quantico?, una raccolta di racconti di sesso quantico (già dal titolo e dal genere si dovrebbe comprendere che non parliamo di pornografia) che nel 2016 i due Premio Urania di Kipple, Lukha B. Kremo e Sandro Battisti, hanno curato coinvolgendo una serie di autori del fantastico, non solo italiani, che potrete subito riconoscerli come dei noti pornomani (siamo ironici, ovviamente): Ian Watson, Roberto Quaglia, Valeria Barbera, Francesca Fichera, Emanuela Valentini, Domenico Mastrapasqua.
In realtà, questo fatto ci lascia un po’ amareggiati, ma di certo non stupisce che un market così planetario, invasivo e onnicomprensivo, abbia agito con leggerezza senza magari controllare che effettivamente si trattasse di opera pornografica (ma poi, anche se lo fosse? Basta cercare “orgasmi” su Amazon, e provate un po’ a vedere quale e quanto materiale viene referenziato) decidendo comunque di punire un’opera di sperimentazione di generi, ibridazioni di linguaggi e riferimenti dimensionali che sono alla base del sesso quantico.
Ci spiace constatare come molta gente creda che la censura non esista, o che sia un ricordo del passato, invece è davanti ai nostri occhi e (come si evince dalla presenza di prodotti potenzialmente censurabili) è legata agli interessi economici del gruppo. Ciò ci rende assai determinati nell’individuare il colosso statunitense come un oppressivo catafalco dai piedi di argilla.
È ovvio che la fiducia in Amazon crolli verso il minimo ed è altrettanto ovvio che provvederemo a stampare quanto prima l’opera che, per l’eccezionalità del fatto, potrete preordinare secondo le modalità che vi renderemo note.
Il mio ricordo di Carlo Bordini è indissolubilmente legato a una pasta con la zucca, una ricetta che la compagna del traduttore francese di Carlo, Olivier Favier, ci cucinò in una serata romana del 2010. A quella tavola parlammo di poesia, di traduzione, di vita e di Yves Bonnefoy come vecchi amici. Mi chiesi cosa ci facessi io fra quei grandi della poesia, eppure ero lì, accolto, abbracciato dalle chiacchiere e dalla gentilezza di Carlo. Conobbi Carlo nel modo più semplice: lessi un suo libro edito da Scheiwiller, “Sasso”. Ne fui conquistato e gli scrissi un messaggio su Facebook per ringraziarlo della sua poesia e lui mi rispose. Così, quasi fosse per lui normale rispondere ai suoi lettori con affetto e simpatia. Volle sapere di me, delle mie passioni letterarie e io, timido, gli raccontai di noi Connettivisti. Oh… Ne fu così entusiasta! Volle sapere tutto, ci lesse, ci promosse. Ricordo che scrisse anche un articolo per l’Unità per parlare di noi scribacchini del futuro. Lo ricordo tante altre volte a Roma, quando veniva alle nostre presentazioni o alle cene da Armando in San Lorenzo. Apprezzava la buona cucina e quando gli offrivamo la cena sorrideva sornione e sbottava, ho mangiato bene e gratis, che c’è di meglio?! Venne a Trieste, presentò “Memorie di un rivoluzionario timido” e tutti restammo affascinati da questo orso ciondolante, saggio oltre ogni misura e dal sorriso buono, nascosto dal suo accento romano. Una mattina ricevetti il suo “librone”, come lo chiamava lui, la raccolta completa delle sue poesie. Mi ci immersi avidamente. I “Costruttori di vulcani” era una pietra poggiata sulla mia libreria. Quando decisi di curare la collana di poesia della Kipple Officina Libraria, VersiGuasti, chiesi a Carlo di regalarmi una poesia, una sola, quella intitolata “Epidemia” per dedicargli il numero 0. Sorrise e me la regalò, dicendomi, dopo aver letto cosa scrivi capisco perché ti piace questa poesia. Come sembra attuale oggi quel testo, quasi che Carlo fosse un po’ veggente nella sua saggezza. Pochi sanno che Carlo mi regalò un’altra poesia, una piccola poesia sul matrimonio che io, a mia volta, regalai a una coppia di amici che stavano per sposarsi. La lessi io durante la cerimonia ma sentivo la voce pacata e profonda di Carlo, quasi fosse lì, con noi, a celebrare quelle nozze. Lui che così tanto valore dava all’amore. Ma oggi io non riesco a ricordare il poeta, oggi posso solo ricordare l’amico, le lunghe telefonate, le passeggiate, l’entusiasmo fanciullesco, i suoi disegnini sulle dediche ai suoi libri. Carlo mi mancherà, Carlo mancherà a tutti noi Connettivisti. Mi mancherà la sua poesia, ma mi mancherà soprattutto la sua amicizia.
Se esistesse un paradiso dei poeti, oggi Carlo Bordini sarebbe seduto a bere una birra con i più grandi e, certamente, il nostro Guido Antonelli, avrebbe qualcosa su cui brontolare.
Addio Carlo, un abbraccio e, nell’inganno dei Cristiani, salutaci Guido.
Rullo di tamburi per i #Finalisti della X edizione del Premio #ShortKipple 2020 ✨ A breve sveleremo il vincitore! In ordine sparso e caotico:
🏆 Passaggio per Fruchtbar – Carlo Menzinger 🏆 La terza scelta – Angelo Frascella 🏆 Le Mura di Utsunomiya – Giovanni Romito 🏆 Quanto dura la notte – Alberto Rudellat 🏆 Totem – Pietro Giovani 🏆 Crepe – Dario Orilio 🏆 Tutte le ferite del mondo – Marco Milani 🏆 Anabasi – Irene Drago 🏆 Il concorso che non vincerò – Alessandro Gatti
#Anteprima | Il cd POÈME ÉLECTRONIQUE 2016/2020 riunisce i cinque anni dell’omonima rassegna di poesia e musica elettronica, a cura di Ksenja Laginja e Stefano Bertoli.
Poème Électronique è un brano musicale di 8 minuti del compositore Edgard Varèse, scritto per il Philips Pavilion alla Fiera mondiale di Bruxelles del 1958.
La parola incontra la sperimentazione musicale, in un connubio di vibrazioni vocali e strumentali. Il poeta si fa veggente nella pratica della lettura ad alta voce, perché, come ci ricorda Leo Ferré, “Alla scuola della poesia non si impara: CI SI BATTE!”.
> Voce introduttiva e grafica di Ksenja Laginja > Mixing & Mastering a cura di Stefano Bertoli
TRACKLIST:
Poème I S. Battisti – F. Del Moro – S. Sblando music: G. Greggio
Poème II S. Rosa – L. Argentino music: M. Mongiovì
Poème III L. Accerboni – F. Macciò – M. Panico music: O. Valdi – A. Bona – My Right of Frost
Poème IV A. Brusa – S. Caporossi music: pstmrd
Poème V C. Humouda – E. Lomanno music: R. Bisso
Poème VI M. Servetti – M. Campi – E. Porzioni music: J-GST
Poème VII S. Di Lino – C. di Francescantonio music: M. Menegatti
Poème VIII S. Secco – V. Bonaccini music: Kløy Nøn
Poème IX L. Neri – A. Giannini music: S. Agnini
Poème X L. Cingolani – L. Artioli – C. Pozzani music: S. Bertoli
È disponibile da oggi FANTATRIESTE, l’antologia dedicata alla città di Trieste e al suo rapporto col genere fantascientifico. Luogo di frontiera per eccellenza, a cavallo di culture secolari che lì si sono incontrate in una commistione senza uguali, punto di incontro in cui respirare il futuro e restituirlo. Il curatore Roberto Furlani ha richiamato intorno a sé scrittori di genere, tutti accomunati dall’essere in qualche modo triestini: Fabio Aloisio, Simonetta Olivo, Lorenzo Davia, Giuseppe O. Longo, Roberto Furlani, Alex Tonelli, Fabio Calabrese, Caleb Battiago, Gianfranco Sherwood e Luigi R. Berto. La copertina è di Ksenja Laginja su fotografie di Simonetta Olivo. Il logo interno è di Elisa Furlani. Il volume è disponibile in versione cartacea e digitale su http://www.kipple.it, nei principali store on line e nelle librerie.
SINOSSI (dall’introduzione del curatore) Accanto ad alcune delle firme più interessanti del momento (Olivo, Aloisio e Davia, per fare un esempio contemporaneo) proponiamo autori che da decenni occupano una posizione stabile tra le certezze della fantascienza peninsulare, come Fabio Calabrese, Giuseppe O. Longo e Gianfranco Sherwood. Un curriculum ragguardevole ce l’hanno anche Alex Tonelli e Caleb Battiago, noti esploratori di zone dell’immaginario contigue alla fantascienza dei puristi. FantaTrieste si chiude con un racconto di Luigi R. Berto, il padre putativo della presente iniziativa visto che la sua raccolta personale di oltre quarant’anni fa (e di cui Pitco è un estratto) ha dato il la al progetto qui presentato, che ne riprende il nome; anche il curatore Roberto Furlani propone la sua visione di Trieste fantascientifica, con rimandi storici al passato asburgico che si mischiano con uno degli aspetti della Trieste contemporanea: la Barcolana. Si sottolinea l’ampiezza del ventaglio tematico oltre che generazionale, e ciò si configura nei filoni che trovano spazio in questa selezione: dal divertissment di Berto alle tematiche sociologiche e all’introspezione di Olivo; dalla fantascienza classica dal sapore asimoviano di Longo alle tinte dark di Battiago; dall’incontro con la mitologia a cui ci conduce Tonelli a quello con una civiltà aliena immaginata da Aloisio; dal thriller biotecnologico di Davia a un’hard sf che si snoda tra due secoli di Furlani, dalla fantarcheologia “marittima” di Calabrese a quella “carsica” di Sherwood. La Trieste fantascientifica aveva veramente molto da dire, insomma, e se in qualche misura l’obiettivo è stato raggiunto occorre ringraziare alcuni autori che non appaiono nelle prossime pagine, ma il cui apporto è stato di prezioso aiuto ai fini della realizzazione di questo progetto: Fabio Tarussio, Zeno Saracino e Fabio Novel. Altri nomi che suggeriscono che le incursioni nella fantatrieste potrebbero non essere finite.
ESTRATTO (dall’introduzione del curatore) Risulta quasi naturale che Trieste sia permeata da una vocazione fantascientifica, in quanto essa stessa città di confine. Non tanto un confine geografico, tra l’Italia e la Slovenia, tra cultura latina e quella slava, quanto uno spartiacque tra due aree del sapere che impreziosiscono Trieste esattamente alla stessa maniera nella quale impreziosiscono la fantascienza. Parliamo di una città, infatti, in cui hanno vissuto figure salienti della nostra letteratura, come Joyce, Svevo, Saba e Slataper, fino a grandi autori della narrativa contemporanea del calibro di Claudio Magris e Paolo Rumiz. Dall’altro lato, Trieste è la culla di realtà scientifiche di preminente interesse nazionale e (in alcuni casi) internazionale. Tra gli enti di ricerca e di divulgazione scientifica possiamo menzionare l’Area Science Park, Elettra Sincrotrone, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, il Centro Internazionale di Fisica Teorica, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, il Laboratorio Immaginario Scientifico, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, mentre tra gli scienziati che in anni relativamente recenti hanno lavorato nel capoluogo giuliano spiccano i nomi di Carlo Rubbia e Margherita Hack. La predisposizione di Trieste verso la sf si è presto tradotta da semplice afflato a iniziative concrete.
LA QUARTA Dieci storie di fantascienza triestina, dieci essenze di una città, Trieste, che respira il futuro e il limite come forse nessun altro luogo in Italia, in quanto essa stessa città di confine per eccellenza.
GLI AUTORI Un manipolo di autori triestini, di nascita o di adozione, impreziosisce questa raccolta a tema. In ordine di pubblicazione troviamo: Fabio Aloisio, Simonetta Olivo, Lorenzo Davia, Giuseppe O. Longo, Roberto Furlani, Alex Tonelli, Fabio Calabrese, Caleb Battiago, Gianfranco Sherwood e Luigi R. Berto. La curatela è di Roberto Furlani mentre la copertina è di Ksenja Laginja su fotografie di Simonetta Olivo. Il logo interno è di Elisa Furlani.
LA COLLANA Avatar è la collana di Kipple Officina Libraria dedicata ai romanzi e grandi capolavori prettamente italiani del Fantastico e della SF, opere contraddistinte dalla cura meticolosa dei testi e dalle ampie visioni autoriali. Il logo della collana sintetizza perfettamente il circolo del tempo, delle conoscenze, degli eventi nascosti; l’iperbole del Fantastico per spiccare il volo nella fantasia più sfrenata e meravigliosa.
Aa.vv. | FantaTrieste A cura di Roberto Furlani Copertina di Ksenja Laginja Fotografie di Simonetta Olivo Logo FantaTrieste Elisa Furlani
Su PulpLibri e apparsa una recensione a Pop-politics, il pamphlet di Lukha B. Kremo e Pee Gee Daniel che vuole restituire lo scenario politico attuale, nazionale e internazionale, tentando di cogliere l’essenza e le contraddizioni dei suoi principali protagonisti. Un estratto della critica:
Leggere questo agile pamphlet di Pee Gee Daniel e Lukha B. Kremo fa lo stesso effetto di assistere a uno spettacolo pirotecnico. È costruito come una galleria di ritratti di leader politici contemporanei, non solo italiani, con un processo linguistico che sembra ricalcare la satira più cinica e intelligente, quella che fino dai tempi di Cuore faceva ridere a denti stretti l’intelligencija radicale e gli studenti universitari. Per gustarlo in pieno, bisogna leggere il libretto parola per parola, con attenzione, perché è farcito di doppi sensi, riferimenti storici, eventi di cronaca di qualche anno fa, giochi di parole, inciampi linguistici — una potenza di fuoco tale da richiedere un delizioso (e spassoso) apparato di note che di per sé è un pamphlet nel pamphlet, quasi un sesto della lunghezza totale del libro.
E non c’è da stupirsi se gli autori l’hanno definito pamphlet, perché ha tutte le caratteristiche della parte migliore dell’invettiva, quella che non si limita a demolire, ma che sostiene con dati di fatto le argomentazioni. Gli autori si accaniscono infatti su una galleria di personaggi emblematici della degenerazione populista delle democrazie occidentali, ricordando eventi che ormai fanno parte del buon senso comune e portandone a galla altri molto meno conosciuti, o ignorati a bello posta dai media se non da un pubblico sempre più arroccato sulle proprie convinzioni.
“Nulla è inventato, anche se a volte ci piacerebbe, anche se vorremo che gli autori avessero scritto un libro di fantascienza o almeno di fantapolitica e non una rappresentazione della realtà, a volte folle, assurda, ma realtà.”. E così è da leggere il libro, seguendo appunto l’intuizione di Lietta Manganelli, accettando il gioco che mescola realtà e irrealtà, provocazione e terrore.
Gli autori
Pee Gee Daniel è nato a Torino nel 1976. È stato poliziotto, impiegato, camionista, bibliotecario, direttore di sale-scommesse. Ha pubblicato i romanzi Gigi il bastardo (& le sue 5 morti), Il politico, Lo scommettitore, Ingrid e Riccione, Il lungo sentiero dai mattoni dorati, Freakshow, Un’infilata di onesti accidenti, Il messia di Orogrande, Ego e libido, Yellow Kid, Pistolero e i saggi Il riso e il comico, Breve compendio sopra gli umani caratterie Il manuale dei baffi. Ha partecipato all’antologia La prima Frontiera (Kipple Officina Libraria).
Lukha B. Kremo è autore di romanzi e racconti non solo di fantascienza. Vincitore del Premio Urania 2016 con Pulphagus® – Fango dei cieli, del Premio Cassiopea, del Premio Vegetti, del Premio Robot e di quattro Premi Italia. Ha pubblicato molti racconti e i romanzi Il Grande Tritacarne, Storie di Scintilla, Gli occhi dell’anti-Dio, Trans-Human Express, la Trilogia degli Inframondi e Korchin e l’odio. Ha partecipato all’antologia La prima Frontiera (Kipple Officina Libraria) e ha pubblicato diversi cd di musica elettronica con lo pseudonimo di Krell, organizzando il progetto Sonora Commedia.
Lietta Manganelli, figlia di Giorgio Manganelli, da anni porta avanti un lavoro incessante per la diffusione e la valorizzazione dei lavori del padre. Ha pubblicato Album fotografico di Giorgio Manganelli. Racconto biografico, e ha curato Intervista a Dio, di Manganelli, pubblicato, tra gli altri, da Kipple Officina Libraria.
La collana
Capsule è la collana di Kipple Officina Libraria dedicata ai piccoli capolavori del Fantastico e della SF prettamente italiana, contraddistinti dalla rapidità di lettura e dalla qualità unita alla fruibilità, dove il basso costo di copertina rende le proposte editoriali imperdibili.
Pee Gee Daniel & Lukha B. Kremo | Pop-politics. Batracomiomachia cinobalanica
Prefazione di Lietta Manganelli