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Esce nella collana “Versi Guasti” Incubi e passaggi onirici, di Christina Sng

Esce oggi per la collana Versi Guasti, a cura di Alex Tonelli, il volume di poesie Incubi e passaggi onirici di Christina Sng, autrice vincitrice per tre volte del Premio Bram Stoker. L’ebook è disponibile su www.kipple.it, nei principali store online e nelle librerie. La copertina è di Ksenja Laginja e la traduzione è opera di Valerio Cianci.

La poetessa scrive così nella premessa: “Sono una figlia degli anni ’80, la meravigliosa era dell’orrore che ha plasmato e influenzato la Generazione X in quello che siamo oggi. Nella mia giovinezza, ho vagato per i cimiteri e visitato case infestate, sperando di trovare prove per dimostrare l’esistenza di fantasmi e mondi paralleli. Le ombre sussurravano di sogni e incubi, mentre canticchiavo canzoni dall’oscurità abissale di coloro che piangevano dal dolore e di coloro che non potevano piangere.
Ho trovato la mia voce nella poesia, la penna intrisa del mio sangue e delle mie lacrime mentre scrivo verità tranquille che nessuno osa dire. Qui, racconto storie di coloro che indugiano oltre l’ombra e storie di coloro che li uccidono: non temere, nelle mie invocazioni ti terrò al sicuro.”

DALL’INTRODUZIONE

Leggendo le sue poesie scivoliamo senza accorgercene, quasi fossimo stati inghiottiti con un unico e ingordo boccone, in un universo che non riconosciamo. Ci sentiamo persi in un caleidoscopio d’immagini che sembrano assomigliare a qualcosa che conosciamo, ma che non riusciamo (possiamo o vogliamo) ricordare.
Saltando da una poesia all’altra (invitiamo il lettore a non seguire necessariamente l’ordine di stampa) incrociamo personaggi impossibili, vendicatori crudeli e spietati, assurde creature alate che presidiano il cielo, tenebrosi draghi e palazzi di venti. Chi sono costoro? Perché ci sembrano così familiari e al tempo stesso così lontani.
Sembra quasi di essere precipitati dentro uno specchio che riflette e distorce, che confonde ma anche svela. A quel punto. non possiamo fare altro che continuare a cadere dentro la poesia di Sng: stiamo semplicemente affondando dentro una storia weird e in un magico paesaggio dell’orrore?
No, per nulla.
Il mondo poetico di Sng è ben altro. È il luogo dove giace nascosta un’etica segreta, o forse un’inespressa speranza.
Il viaggio che compiamo nell’orrore descritto da Sng è una lunga catarsi, un percorso di rigenerazione, di scalfittura, di abrasione. Ogni poesia è una cicatrice, un taglio sulla pelle, un graffio profondo. Ciò che viviamo leggendo le poesie di Sng è la messa in scena della vendetta contro il mondo della nostra quotidianità cui assistiamo ogni giorno, dell’orrore banale, insensato e doloroso.
Per Sng l’orrore della realtà non può restare impunito, non può essere lasciato semplicemente esistere nella banale noncuranza dell’abitudine.

Alex Tonelli

LA QUARTA

Christina Sng è stata vincitrice per ben tre volte del Bram Stoker Award. Il suo versificare, apparentemente semplice, accompagna il lettore con un incedere ritmico, cadenzato, a tratti mellifluo. Un sinuoso procedere dentro uno strano mondo. È il luogo dove giace nascosta un’etica segreta, o forse un’inespressa speranza, una lunga catarsi, un percorso di rigenerazione, di scalfittura, di abrasione. Ciò che viviamo leggendo le poesie di Sng è la messa in scena della vendetta contro il mondo della nostra quotidianità cui assistiamo ogni giorno, dell’orrore banale, insensato e doloroso.

L’AUTRICE

Christina Sng ha vinto per tre volte il Bram Stoker Award. La sua opera, che comprende poesie, racconti, saggi e lavori artistici, è apparsa in numerose pubblicazioni in tutto il mondo, tra cui Interstellar Flight Magazine, New Myths, Penumbric, Southwest Review e The Washington Post.

IL TRADUTTORE

Valerio Cianci è traduttore ed editor di La meraviglia del possibile. Ha tradotto gli scritti di Nick Land, usciti in italiano in due volumi (LUISS 2020 e 2022). Collabora, in veste di traduttore, con Luiss University Press, Nero, Timeo, e Kipple. Suoi articoli sono apparsi su diverse riviste culturali online.

LA COLLANA

VersiGuasti è la collana di Kipple Officina Libraria diretta da Alex Tonelli interamente dedicata alla poesia e alla letteratura lirica, in costante ricerca di connessioni e poetiche appartenenti al Connettivismo e non solo.

Christina Sng, Incubi e passaggi onirici
Introduzione: Alex Tonelli
Copertina: Ksenja Laginja
Traduttore: Valerio Cianci

Kipple Officina Libraria – Collana Versi Guasti
Formato ePub e Mobi – Pag. 42 – 0.95€ – ISBN 978-88-32179-71-2

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Per la collana Versi Guasti esce alethe, di Lital Khaikin

Kipple Officina Libraria rafforza la propria collana VersiGuasti con alethe, opera di Lital Khaikin, poetessa dalla cifra stilistica particolare, autentica sperimentatrice e ricercatrice del linguaggio più puro e astratto, capace di raggiungere l’immagine condivisa subliminalmente dei concetti e delle idee. La poetessa si fa portatrice nella sua indagine poetica di una nuova lingua\sapere e, al tempo stesso, del suo profondo e drammatico fallimento. La poesia di Lital Khaikin realizza ciò che molte altre poesie, molti altri tentativi artistici tentano vanamente: la sua parola penetra realmente l’essere. Lo scava oltre i confini dell’ontologia, del tempo\spazio e persino della sua teologia. Come un braccio meccanico, la parola di Khaikin entra negli strati segreti e profondi della realtà, oltre la patina sottile su cui è costruita la nostra quotidiana esistenza e perseveranza, ma ciò che riesce ad afferrare e a portare indietro con sé per rivelarlo a noi nei suoi versi, è solo confusione, incomprensione, astruse immagini, portatrici inconsapevoli di un senso che non possono comunicare.
La bella introduzione è opera di Alex Tonelli, la traduzione è Valerio Cianci e la copertina è realizzata da Francesca Macor.

Dall’introduzione

Chi è Lital Khaikin?
Non intendiamo nel senso biografico, che possiamo rintracciare dai blog attraverso cui opera l’artista; la definizione sarebbe facile e riassumibile in un semplice: “Writer, editor, publisher, printer, muckraker, paper-maker, mill-rat, sometimes bartender, leaf-kicker”. Non è dunque una poetessa canadese, una performer, un’artista o una giornalista.
Non è questo ciò che vorremmo sapere. Chi è Lital Khaikin è una domanda più profonda, più antica, originaria.
Potremmo chiederci da dove arriva la sua scrittura, il connubio caotico di prosa e poesia, il versificare sfrenato e senza condizioni, le trame oscure e confuse, il coacervo di immagini che creano dimensioni al di là della stessa surrealtà. Immaginare che vi sia una fonte di pura creatività dentro la poetessa, un nocciolo profondo di assoluta ispirazione magmatica e incontrollabile, una demoniaca possessione della parola poetica. Ma non sarebbe ancora ciò che andiamo cercando, Lital Khaikin infatti non è una poetessa surrealista, non trae la propria forza espressiva dalla dimensione inconscia del proprio sé, da quel magma che è l’Es freudiano, così potente, però così chiuso in una individualità monadica. Nulla è più personale e non condivisibile dello spazio nascosto che giace in fondo alla seconda topica di Freud.
La poesia di Khaikin non è affatto un viaggio personale alla ricerca dei segreti recessi della sua personalità multiforme: non c’è Breton fra le sue fonti, né l’Eluard più ispirato.
La risposta alla domanda “chi è Lital Khaikin” non può essere allora ricorsivamente Lital Khaikin: non è lei, né nella sua parte cosciente, né in quella inconsapevole, l’oggetto e il fine della sua indagine poetica.
Lital Khaikin non fa poesia di se stessa, non attinge a sé per trovare la fonte dell’apparente confusione che riversa senza esitazione sul lettore, non è nell’inner space ballardiano che trova esito il suo lavoro. Khaikin fa l’operazione opposta: la sua poesia è apertura al mondo, all’outer space, è il disvelamento della realtà, è una forma di sapere scientifico sconosciuto e completamente nuovo, è una conoscenza profonda, un antico abbandono.

La quarta

Lital Khaikin non attinge a sé per trovare la fonte dell’apparente confusione che riversa senza esitazione sul lettore, non è nell’inner space ballardiano che trova esito il suo lavoro. Khaikin fa l’operazione opposta: la sua poesia è apertura al mondo, all’outer space, è il disvelamento della realtà, è una forma di sapere scientifico sconosciuto e completamente nuovo, è una conoscenza profonda, un antico abbandono.

L’autore

Lital Khaikin è una scrittrice ed editrice russo canadese con base a Montréal. Il suo chapbook, “Outplace” (Altrove), è stato pubblicato nel 2017 dalla casa editrice Solar Luxuriance, con sede a San Francisco e Oakland. Sue poesie e prose sono state pubblicate, fra le altre, su 3:AM Magazine, Queen Mob’s Teahouse, Berfrois, e sulla collana “Vestiges” di Black Sun Lit. Ha contribuito, con pezzi di giornalismo d’inchiesta, a pubblicazioni come Briarpatch, Media Co-op (Canada) e Warscapes. È inoltre fondatrice ed editrice di “The Green Violin”, una stampa in stile samizdat per la distribuzione gratuita di poesia, saggistica, prosa e annessi e connessi letterari.

La collana VersiGuasti

VersiGuasti è la collana di Kipple Officina Libraria diretta da Alex Tonelli interamente dedicata alla poesia e alla letteratura lirica in versione digitale, alla costante ricerca di connessioni e poetiche appartenenti al Connettivismo e non solo.

Lital Khaikin, aletha
Introduzione: Alex Tonelli
Copertina: Francesca Macor
Traduzione: Valerio Cianci

Kipple Officina Libraria – Collana Versi Guasti – Pag. 65 – 0.95€
Formato ePub e Mobi – ISBN 978-88-98953-98-1

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