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Esce la versione cartacea di Adyton, silloge di Diana Maat, vincitrice del Premio Ossi di Seppia

È disponibile su Amazon la versione cartacea di Adyton, la silloge di Diana Maat che contiene, in questa sola versione analogica, i componimenti vincitori del Premio Nazionale “Ossi di Seppia” (2016); parliamo di “Nozze” e “Oro per la vipera”.

Diana Maat è Sacerdotessa del Culto. E compito della sacerdotessa del culto misterico è iniziare il fedele lungo una stretta, complessa, strada di conoscenza. Una mistica che si origina dalla comunione di una emozionalità indotta tramite le immagini evocate, dipinte sulla tavola della poesia. Diana rimanda alla mente la dea delle selve, i culti lunari e segreti delle streghe, i misteri indecifrabili della natura. Maat è la dea egizia che rappresenta l’ordine cosmico ed è connessa alla prova della pesatura del cuore. Gli antichi egizi credevano che al momento della morte i cuori dei defunti fossero soppesati nella “Sala delle due Maat”, su una bilancia custodita dal dio Anubi. Uno dei piatti ospitava il cuore del defunto, l’altro la piuma di Maat. Se il cuore pesava più di questa, veniva divorato da Ammit e il suo possessore restava negli inferi. In caso contrario, veniva trasportato da Osiride nell’Aaru. L’autrice vive sul golfo di Napoli e Diana Maat è il suo pseudonimo.

La collana VersiGuasti

VersiGuasti è la collana di Kipple Officina Libraria diretta da Alex Tonelli e interamente dedicata alla poesia e alla letteratura lirica in versione digitale, alla costante ricerca di connessioni e poetiche appartenenti al Connettivismo e non solo.

Diana Maat, Adyton
Kipple Officina Libraria
Collana Versi Guasti – Pag. 68 – 9.99€
Formato Cartaceo – ISBN 978-88-98953-45-5

Collana Versi Guasti – Pag. 37 – 0.95€
Formato ePub e Mobi – ISBN 978-88-98953-39-4

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Diana Maat vince il Premio Ossi di Seppia

Kipple Officina Libraria è lieta di annunciare che Diana Maat, la poetessa autrice di Adyton, coverha vinto il Premio Ossi di Seppia, il prestigioso concorso che vede in lizza i migliori poemi inediti nazionali.

Questa è la motivazione del Premio:

C’è, fra noi in giuria, chi è stato colpito dalla sapiente leggerezza dei versi di Diana Maat. Chi, invece, ha notato la sua capacità di passare con fulminea naturalezza dall’astrattezza di una parola (per esempio “filosofia”, o “geometria”) a un pensiero, prensile, tattile, pieno di sensi. Chi, ancora, ha trovato interessante il sostrato biblico, sul quale il suo dettato si regge così spesso… Tutti, però, ci siamo trovati d’accordo nel rilevare come le qualità più intriganti della poesia della Maat stiano in versi come questi: “Apprenderò la geometria / del piano ultraterreno, / l’apprenderò in silenzio, / perché sono una bambina.” Si tratta di versi brevi, precisi e senza fronzoli. Versi nei quali il cantabile letterariamente scaltrito non è fine a se stesso, non è pura retorica formale, cioè, ma sa sposarsi con levità di tocco con un orizzonte immaginativo alto e fanciullescamente pieno di urgenza di significato. Non è per niente facile, in poesia, raggiungere credibilmente un tono fiabesco. In questo, soprattutto, sta la vittoria della Maat.

La redazione Kipple si complimenta con l’autrice e ricorda qui sotto la quarta di Adyton, la silloge della Maat presente nel catalogo Kipple:

Il lettore della poesia di Diana Maat si trova catapultato in un mondo inospite, un luogo di cui non vi è apparente significato, uno spazio aperto senza punti di riferimento semantici e logici. Viene colto da un vago capogiro, una sensazione di vortice leggero, costante che si fa via via più intensa sino a un completo spaesamento. Le parole fluiscono, se ne intuisce la forza, la musica, lo scorrere impetuoso. Sono tuttavia parole inafferrabili, impossibile fermarle, trattenerle, raccoglierle.

È un’estraneità che sa quasi di profanazione, come se si fosse partecipi di un evento, di una rappresentazione misteriosamente sacra cui non era tuttavia lecito prendere parte. Un culto che si sta recitando secondo canoni antichi di dimenticate liturgie, suoni che riecheggiano e rimbombano nelle volte di templi segreti in cui il lettore è precipitato, inconsapevole e disorientato.

Concorso di poesia Ossi di Seppia

E’ con orgoglio che vogliamo segnalare questa bella notizia: Ksenja Laginja, parte integrante della redazione Kipple, è stata decretata finalista dalla giuria del prestigioso Premio Ossi di Seppia, giunto ormai alla ventesima edizione, Premio dedicato esclusivamente alla poesia.
Desideriamo complimentarci con Ksenja per il bel risultato raggiunto, augurandole traguardi ancora più prestigiosi, alla sua portata.