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Esce “I racconti di Luna”, di Marco Milani e altri, a supporto di Emergency

Esce oggi i Racconti di Luna di Marco Milani, un libro che racconta attraverso l’alternanza di situazioni surreali il rapporto tra il nostro satellite naturale e le vicende di Lukha B. Kremo, presidente della Nazione Oscura Caotica ed editore di Kipple Officina Libraria. Giovanni De Matteo, Sandro Battisti e Lukha B. Kremo completano la pubblicazione con tre racconti inediti, perle di uno stralunato filo conduttore spaziale.
L’opera è a supporto di Emergency, un’associazione italiana indipendente e neutrale nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Emergency promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.
Il volume è disponibile nel doppio formato cartaceo ed ebook su www.kipple.it e nei principali store online.

DALL’INTRODUZIONE DI LUKHA B. KREMO

Sono Lukha B. Kremo, comincio così perché seguo la traccia di Marco Milani, autore di questa deliziosa raccoltina il cui ricavato andrà in beneficienza a Emergency. Ma non dirò chi sono, cosa faccio, perché è tutto scritto nella biografia, alla fine del libro. Dirò solo che sono Presidente di una micronazione da più di 16 anni e che certamente la Luna mi è stata una degna compagna di sogni per buona parte della vita (sostanzialmente, quando era notte e non era nuvoloso).
Per seguire un po’ le orme dell’autore, farò un intervento chiaro, senza ambiguità, quasi zen.
La Luna sta in cielo, almeno rispetto a noi. E gira attorno alla Terra. Di giorno è abbagliata dal sole, quasi invisibile. Di notte squarcia il nero e, con l’angolatura giusta, rifulge come una piccola stella.
A volte ci pare una falce, quasi un’amaca su cui riposare. Altre una chip da sgranocchiare. Altre una sfera aliena, bella dolce e inquietante. Non a caso un sacco di filosofi l’hanno interrogata ma, in realtà, stavano interrogando sé stessi. Perché La Luna è il nostro specchio, ci guarda come noi guardiamo lei, e i suoi crateri sono la metafora del nostro corpo che invecchia.
Il satellite non sta fermo: gira, si nasconde e ricompare quando meno te l’aspetti. Insieme al Sole segna il tempo, come un pendolo divino; tutta la nostra esistenza è influenzata da questi due astri. Ma mentre il Sole ci appare nella sua inconcepibilità divina, la Luna – che dei raggi solari si brucia come noi – la sentiamo più vicina; per cui il tempo solare e quello siderale, quasi fossero ordini matematici, si scontrano con la Luna silenziosa e sorniona. Il suo tempo, seppure preciso, lo percepiamo nebuloso, com’è la natura stessa del tempo e dell’essere. Sì, perché le geniali intuizioni di Democrito avevano aperto il mistero del tempo e dello spazio…

ESTRATTO

Aquile che volano come tempo che scorre. Notte di lupi silenziosi. Questa è una notte di luna piena, la luna ascolta soltanto se medesima e io, ascolto lei guardando in alto disteso sul prato. C’è del soprannaturale nell’aria… le domande vengono da sé. Non le solite inutili e insipide convenzionalità, sarebbe uno spreco di tempo e situazione, qui l’approccio assume una diversa e più cosciente profondità. Mi chiedo soprattutto come i miei lontani avi, sciamani o stregoni che fossero, o anche semplici Nativi di queste terre, affrontassero il cielo trovando poi le risposte.
Serve a qualcosa chiedermi dove sono? No di certo. Sono in un qualche posto che sembra fuori dal mondo, un Altrove, dove alla notte interiorizzante e innaturale di questo momento si alternerà un giorno con un sole angusto e immaturo e il cielo di una tonalità sempre troppo elettrica e pulita.
Annuso l’aria… ha una fragranza acerba e pungente, quasi caustica nel suo permanere di gusto in bocca, e nel lieve fluire una traccia, appena percettibile presenza di particelle di profumo, alcolico, con un cenno di vetiver e cipresso. Dopobarba scadente. Miwok sta arrivando.
Mi rialzo. L’erba rossa sotto di me freme e mormora, il terreno appare scuro, asciutto, perlomeno sulla duna e giù fino al molo.
Mi avvicino. Mi abbasso e lo tocco.
La mano è gelata e rigida, non può essere altrimenti per un morto. La faccia ha una pelle cerea per un Anazasi, di un freddo pallore assolutamente livido. Gli occhi chiusi… li ricordo, carichi di diffidenza e al contempo attenzione nel loro colore giallo dorato e marrone. Non li ho potuti vedere nell’uomo, li ho visti bene nel lupo. Occhi brillanti che mi tenevano osservato variando in una efficace risoluzione, fino a restringersi in un astruso e terrificante sguardo l’attimo prima dell’attacco.

LA QUARTA

Cos’è la Luna? E come interagisce con la nostra psiche? Ognuno ha la sua risposta e quando si vanno ad approfondire le emozioni di ogni singolo autore si trovano delle sfumature nuove e inedite, in un mare (della Tranquillità) di sensi condivisi. Marco Milani toglie la polvere lunare e cosa resta? Emozioni, e visioni…

L’AUTORE
Marco Milani è nato a Como il 5 maggio 1964 e risiede a Stienta, in provincia di Rovigo. E-writer e scrittore principalmente di science-fiction, fantastic e horror. Tra i fondatori della rivista NeXT e del movimento Connettivista (con Sandro Battisti e Giovanni De Matteo). Finalista Premio Urania 2017, Premio Kipple 2014 e finalista 2017, finalista Premio ShortKipple 2020. Fino al 2013 editore e curatore con EDS e webmaster di DOMIST – Letteratura e Pace, nel cui ambito ha collaborato con varie associazioni, editori, e-zines e siti.
Personal web: http://www.domist.nethttps://www.marcomilani.eu

LA COLLANA
Collana Fuori è uno spazio per le opere di frontiera di Kipple Officina Libraria, intrise di sensibilità ineffabile da lasciare l’anima e il cuore aperti, istanti di essenza in crescita.

Marco Milani | I racconti di Luna
Special guest Giovanni De Matteo, Lukha B. Kremo, Sandro Battisti

Kipple Officina Libraria
Collana fuori (collana) — Formato cartaceo — Pag. 128 – € 15.00 — ISBN 978-88-32179-55-2
Collana fuori (collana) — Formato ePub — Pag. 134 – € 3.95 — ISBN 978-88-32179-56-9

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Presentazione della Prima Frontiera @ Mangiaparole di Roma il 22/12

Domenica 22 dicembre presso il caffè letterario Mangiaparole, in via Manlio Capitolino 7/9 Roma, alle ore 18.30 verrà presentata l’antologia di strano weird La prima frontiera, edita da Kipple Officina Libraria. Saranno presenti l’editore Lukha B. Kremo, Ksenja Laginja, Giovanna Repetto e il curatore Sandro Battisti. Questo è l’evento su FB.

P.S. – Sarà anche l’occasione per festeggiare i 15 anni esatti di Connettivismo e di NazioneOscura, entità artistiche nate proprio quella notte

Ventuno racconti del Fantastico esplorano con intense suggestioni cosa può accadere nei mondi lontani dall’umano, in tutti quei territori dove regnano l’inumano e lo strano. “La prima frontiera” è un viaggio attraverso il mutamento delle percezioni nel weird, dove il concetto di “diverso” si allontana da quello che abbiamo sempre immaginato.

Hanno partecipato all’antologia: Luigi Musolino, Alessandro Forlani, PeeGee Daniel, Mario Gazzola, Giovanna Repetto, Lukha B. Kremo, Uduvicio Atanagi, Domenico Mastrapasqua, Irene Drago, Roberto Furlani, Giovanni De Matteo, Matt Briar, Federica Leonardi, Alex Tonelli, Maico Morellini, Linda De Santi, Marco Milani, Marco Moretti, Ksenja Laginja. Accanto a questi grandi nomi della narrativa fantastica italiana, sono presenti due guest star d’eccezione: Danilo Arona e Bruce Sterling (nella traduzione di Salvatore Proietti); la copertina è a cura di Ksenja Laginja; mia è la curatela.

La prima frontiera. Ovvero, il primo limite che s’incontra trascendendo, disincarnandosi; la prima barriera con cui s’impatta accedendo a luoghi inumani. E allora, quando si è in quelle regioni indefinite, dove anche la coscienza diviene un concetto astratto e sfuggente, indefinita nel suo intuito senziente, come si svilupperà la percezione del weird? Come si modificherà il paradosso, il creeping, lo stacco del Fantastico nel momento in cui qualcosa ci farà sussultare nella settima dimensione, o quando un essere alieno proverà paura per qualcosa che nemmeno lui potrà esplicare? Allora, la prima frontiera sarà già lì, nel suo tentativo di raccontarci cosa contiene.

AA.VV. | La prima frontiera

Introduzione e curatela di Sandro Battisti
Copertina di Ksenja Laginja
Traduzione di Bruce Sterling: Salvatore Proietti

Kipple Officina Libraria
Collana Avatar — Formato ePub e Mobi — Pag. 215 – € 3.95 — ISBN 978-88-32179-10-1
Collana Avatar — Formato cartaceo — Pag. 204 – € 15 — ISBN 978-88-32179-09-5

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Il Paradiso degli Orchi: C’è vita nella fantascienza italiana? Incontro con Lukha B. Kremo

Bella intervista al nostro editore Lukha B. Kremo, vincitore del Premio Urania 2016 con Pulhagus® Fango dei cieli, e connettivista della prima ora. La chiacchierata è parecchio articolata, ve ne segnaliamo un breve inciso che riguarda strettamente la sua attività e quella Kipple. Su IlParadisoDegliOrchi:

Hai detto di aver dichiarato l’indipendenza della Nazione Oscura Caotica. È una faccenda intrigante. Di che si tratta?

Già dal 2000 mi diletto nello stampare francobolli artistici. Il 2004 fu dichiarato dalla mail art italiana l’anno delle “azioni oscure”.  La Nazione Oscura Caotica è una micronazione che nasce proprio come azione oscura dell’anno 2004, quindi è da considerarsi un’opera d’arte parodistica (arte azionista di creare una nazione, giocando sull’assonanza azione oscura/nazione oscura con l’aggiunta dell’altro elemento a cui sono legato, il caos).

Questo mi conferma nella constatazione di un “passaggio all’atto” degli scrittori di fantascienza italiani. C’è una sorta di discesa in campo, al di là della produzione letteraria. Concretamente, in che cosa consiste la tua attività in favore della Nazione Oscura?

Ho stampato francobolli, banconote e – fondamentale per la cittadinanza -il passaporto. Abbiamo eletto un governo con una decina di ministri, alcuni ambasciatori e votiamo online sulle più importanti questioni internazionali. Il tutto si può seguire nel volontariamente iperburocratico blog nazioneoscura.wordpress.com, dove si spiega la trafila per ottenere la cittadinanza e votare.
Nel 2010 mi sono trasferito a Torriglia (Ge) e ho fuso la Nazione Oscura con la neonata Repubblica di Torriglia, in omaggio alla Repubblica Partigiana di Torriglia del 1944.

Nell’ambito della fantascienza tu svolgi un doppio ruolo, di scrittore ed editore. Come sei arrivato all’editoria?

Ho sempre amato seguire la filiera della lavorazione di un prodotto, in special modo del libro. Così, nel 1995, andai in tipografia e feci stampare il libro che avevo scritto, inventandomi il marchio Kipple (preso dalla parola di Philip K. Dick con la successiva aggiunta di Officina Libraria, che è la parola latina per casa editrice e richiama la lavorazione artigianale). Successivamente sentii l’esigenza di unirmi al mondo della fantascienza, dell’horror e del giallo che stavo conoscendo in quel periodo. E creai la fanzine Avatär, cercando i contributi di vari autori. Dal gennaio 2000 a fine 2004 sono usciti 14 numeri che si sono portati a casa 3 Premi Italia. A quel punto nel 2005 decisi di fare le cose a livello professionale, inaugurando la collana “Avatar”, tutt’ora esistente e giunta al numero 30.

Che cosa guida le tue scelte editoriali?

Le scelte editoriali sono sempre state coraggiose, votate al nuovo e all’originale. Al momento, il nostro motto è Be Weird Be Kipple, perché non saprei definire meglio cosa stiamo cercando.

Situazionismi Kipple-connettivi alla Starcon

Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944)

Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) (Photo credit: Wikipedia)

Chi era a Bellaria nel week-end scorso, alla Starcon, avrà avuto modo di impattare con strani momenti situazionisti, reading improvvisati da parte dei connettivisti, enunciati grazie a un megafono; erano brandelli lirici di Marinetti, di Ballard e di alcuni statuti della Nazione Oscura, di patrimonio Kipple e intrinsecamente legati al Connettivismo stesso.

Qui sotto riportiamo il testo rielaborato di Marinetti, nato da una lettera che il fondatore del Futurismo scrisse ai Veneziani; ne sono state approntate di versioni simili per i Milanesi e per i Fiorentini, ma questa di Bellaria ha un sapore tutto particolare, da Istituto Luce (chi ha ascoltato la performance, capirà). Per voi, il testo integrale:

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Alla StarCon con il Connettivismo, Kipple e Nazione Oscura

Quest’anno Kipple Officina Libraria sarà ospite alla StarCon, la multiconvention che ospita a Bellaria Igea Marina molteplici con singole e, starcon2015naturalmente, anche la Italcon, il convegno nazionale della fantascienza giunto alla 41esima edizione, sotto l’egida della World SF. Sarà in buona compagnia di Giovanni De Matteo, Sandro Battisti e il presidente nonché editore Lukha B. Kremo, più innumerevoli altri ospiti stranieri e nostrani che agitano il mondo del Fantastico e della SF. Tutto il palinsesto è su Fantascienza.com, mentre il dettaglio che riguarda noi connettivisti e Kipple è sul blog della Nazione Oscura:

sabato 2 maggio h 10.30 – “Kipple: 20 anni di passione, 10 di pubblicazioni professionali”, all’interno presentazione dell’antologia “Next-Stream” e “L’era della dissonanza”, di Matteo Barbieri, Premio Kipple 2014.
sabato 2 maggio h 11.30 – “Le frontiere della fantascienza: i rischi esistenziali nascosti dietro l’orizzonte speculativo del progresso”, dibattito sulla percezione fantascientifica di ipotesi recentemente dibattute sul contatto con civiltà interstellari extraterrestri, l’avvento di IA, etc.
domenica 3 maggio h 11.30 – “10 anni di Nazione Oscura”
domenica 3 maggio h 12.00 – “Le frontiere del New Weird: oscure sfumature trans-mediatiche”.

Ci vediamo lì?

Yezidi, un estratto da "L’ombra del dio alato" – Carmilla on line ®

http://www.carmillaonline.com/2014/08/16/yezidi-estratto-lombra-dio-alato/

Su CarmillaOnLine il buon Danilo Arona, autore de L’ombra del dio alato, fa riferimento al suo testo tornato disponibile grazie a Kipple Officina Libraria e integra l’analisi fatta dall’editore e capo della Nazione Oscura Caotica, Lukha B. Kremo, analizzando altri aspetti degli Yezidi, adoratori del sincretismo rappresentato da Pazuzu, il dio alato sumero. Così facendo, Danilo sfiora gli aspetti sociali, antropologici, mistici ed economici con un compendio di pensieri di cui solo lui è capace.

Un estratto:
Scrivere, per quanto superficialmente, degli Yezidis, presunti “adoratori del Diavolo”, significa sfiorare il drammatico problema dei perseguitatissimi Curdi. Allora occorre, per quanto possibile, avere presente la geografia dei luoghi ai quali ci stiamo riferendo. Siccome non possiede confini naturali ben precisi, definiremo il Kurdistan solo quella regione dove i Curdi costituiscono la proporzione predominante della popolazione locale e che si trova divisa tra Turchia, Iran, Iraq, Siria e le repubbliche ex sovietiche di Georgia e Armenia. Per lo più montuoso, il Kurdistan è percorso dalla catena degli Zagros a est e da quella del Tauro a ovest; il monte Ararat segna approssimativamente il confine settentrionale e la Mesopotamia quello meridionale. Il territorio è ricco di acque fluviali non navigabili: il Tigri e l’Eufrate nascono nel Kurdistan turco, l’Arasse lungo i confini con l’Armenia, e altri fiumi come il Piccolo e il Grande Zab, il Sirwan (Diyala) e Khapur, rendono il terreno molto adatto all’agricoltura che con il petrolio, il ferro, l’oro, l’alluminio e soprattutto il cromo, costituisce una delle principali risorse della regione, insieme al potenziale idroelettrico. Della Siria i Curdi abitano la zona nord-orientale, cioè parte della fertilissima regione dello Djeziré, e il Kurd Dagh. Questa regione della Siria è stata sempre il rifugio naturale dei profughi, che riuscivano a sottrarsi alle persecuzioni turche e prima ancora a quelle ottomane. La parte settentrionale dello stato iracheno è quella che corrisponde grosso modo al Kurdistan meridionale: regione non particolarmente estesa rispetto alla totalità dell’intero territorio, comprende però zone di grande importante strategica per l’economia dell’Iraq, dal momento che ne fanno parte i due territori di Mosul e Kirkuk che, da soli, forniscono il 75% dell’esportazione petrolifera irachena. La zona è anche piuttosto fertile, data la presenza del Tigri e dei suoi affluenti.
La religione dei Curdi, oggi, è in prevalenza islamica. Paradosso quanto mai pesante, viste le persecuzioni crudeli che anche il mondo musulmano ha loro riservato. Solo gli Yezidis non si sono mai convertiti.
Per lo più misteriosi agli occhi dell’Occidente, gli Yezidis sono stati più volte oggetto di confusione e di errate interpretazioni. Sino a non molto tempo fa li s’identificava, per esempio, con gli altrettanti oscuri Ansaireth o Nusairis di Siria, un gruppo estremista di origine sciita di carattere iniziatico-gnostico, con cui l’occultista tantrico americano Pascal Beverly Randolph, l’iniziatore della cosiddetta “magia sessuale”, ebbe nel secolo scorso contatti e diverse iniziazioni. Il più illustre rappresentante della Chiesa Satanica statunitense, Anton LaVey, deceduto nel ’97, di sicuro adattò per un suo rituale definito “la dichiarazione di Shaytan” un antico cerimoniale degli Yezidis, ma gli etnologi moderni hanno dissociato in tempi più recenti la setta curda dal satanismo, soprattutto nel senso che il termine ha nel resto del mondo non islamico. Anche perché i loro concetti sul “demoniaco” sono molto distanti da quello occidentale e la loro religione è divenuta di grande e pubblico interesse nel processo di rinascita del nazionalismo curdo.
Dispersi in Armenia, nel Caucaso, in Iraq (negli altopiani di Jabal Sanjar ai confini con la Siria – dove proprio stanno riparando in questi giorni) in Georgia e in Turchia (con una rilevante diaspora concentrata in Germania) gli Yezidis “praticanti”, circa cinquantamila persone, si concentrano tutti quanti in piccole comunità che vivono nei dintorni della città di Mosul.
Sì, proprio quella Mosul, in cui il dio alato Pazuzu è tornato alla luce tanto nella realtà che nella finzione. Ed è nei dintorni di Mosul, a Lalish, che avvenivano, sino a quando le guerre non le hanno rese più possibili, le due festose adunate annuali, in ottobre e in dicembre, durante le quali i fedeli sacrificavano tori e adoravano diverse creature alate.
Il nome “Yezidi” dovrebbe essere una combinazione tra la radice “Yazdan”, che significa “dio”, e i termini “Yazata” e “Yezad”, in altre parole “angelo”, tutti vocaboli di derivazione persiana. Il mondo degli Yezidis sarebbe stato creato da Lucifero, l’angelo caduto ma anche l’angelo supremo, adorato nella simbolica forma del pavone e conosciuto come Malak Tawus.