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Esce E=mc², l’ultimo Cd di Krell

Oggi, 5 maggio 2012, Ariele Davide, figlio diLukha B. Kremo, fondatore di Kipple Officina Libraria, compie 1 anno di vita.
Kipple lo celebra con l’uscita di “E=mc²“, il sesto e ultimo Cd di Krell.

In questo lavoro troverete elettronica sperimentale evocativa, in parte dance, in parte ambient, in parte epica. Un dosaggio di elettronica tra ritmo, evocazione ambientale e suggestione epica neofolk. L’energia della fisica subatomica rappresentata da eventi umani, la battaglia, la navigazione, il parto.

E=mc

Ascolta i brani:
0 (Hystory of a Childbirth) 
E=mc² (Das Ende II – Concerto per orchestra e power noise) 

In vendita sul sito Kipple. Successivamente (tra qualche settimana), uscirà in Mp3 in versione ridotta (EP) su iTunes, Amazon Mp3, eMusic, RouteNote, Rdio e Spotify.

Altri CD di Krell in vendita su Kipple:
A la recherche du Krell Perdu
Electronic Music of Dendera
Suoni, armonie e voci dagli abissi
ATMOCΦEPA
Adamantes immortalis sunt 

Altri EP in versione Mp3 di Krell in vendita su vari portali (i link propongono Amazon o eMusic):
A la recherche du Krell Perdu
Electronic Music of Dendera
Suoni, armonie e voci dagli abissi 
ATMOCΦEPA
Adamantes immortalis sunt

Musica, pittura e testi in un nuovo Dvd

Dvd di 30 minuti, dove l’arte si esprime a 360°, un esempio di ibridazione tra pittura, musica e testi. Il pittore Stefano Giorgi si esibisce attraverso una superficie trasparente, accompagnato dal suono dirompente del duo ODRZ, con parole di Lukha B. Kremo.
Disponibile su www.kipple.it.

Immaginate un acquario contenente un pesce, che si veda solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l’altra lateralmente. Mentre guardiamo i due monitor possiamo pensare che i pesci visibili siano due entità separate, la differente posizione delle telecamere ci dà infatti due immagini diverse. Ma, continuando a osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi è un certo legame tra di loro: quando uno si gira, anche l’altro si girerà. Potremmo credere che i due pesci stiano comunicando tra di loro, istantaneamente e misteriosamente, ma in realtà sono due immagini dello stesso pesce.
Secondo la recente teoria della Meccanica Quantistica chaimata “Paradigma Olografico”, la realtà del nostro universo è bidimensionale, mentre la terza dimensione spaziale è virtuale, analoga a una proiezione olografica.
In quest’ottica, se è facile considerare la pittura figurativa come sottoinsieme della pittura astratta e la letteratura come sottoinsieme della musica, si può considerare il mondo della musica (delle onde sonore) vicino e parallelo a quello della pittura (delle onde cromatiche della luce) e cercare di fondere insieme musica e pittura e immaginare e intravedere, dietro i videogrammi, la proiezione della terza dimensione.

Krell

Esce il contributo musicale al romanzo utopico di fine Ottocento “Flatland” di Edwin Abbott Abbott, ambientanto in un mondo bidimensionale
19 brani, 78 minuti di musica di 6 autori, che sono: Davide Riccio, il francese Philippe Blache, Marco Barluzzi, Maoro Sanna, Tommaso Rolando e Krell (aka Lukha B. Kremo).
Lasciatevi trasportare dalle dimensioni.
Aquistabile qui.

MUSICA, SPETTACOLO E BODY-ART. L’aspetto postumano nella musica e nella performance. Parte VI: Giappone

Per quanto riguarda la musica “postumana”, per il Giappone è necessario un discorso a parte. Guru del cosiddetto japanoise è Merzbow (Masami Akita), autore, dal 1979, di puro rumore dall’intensità travolgente e impossibile da descrivere a parole. Al contrario di molte composizioni ultranoise, che possono evocare immagini scioccanti e dove abbondano simbolismi ed esoterismi, il rumore prodotto da Merzbow è fine a se stesso. Ciò permette di esplorare gli estremi del rumore senza filtri ideologici o intellettuali. Siamo al postumanesimo più “puro”. Provate a guardare il film Tetsuo. The Ironman (1989, che potrebbe essere addirittura il film simbolo del postumanesimo): la colonna sonora adatta sarebbe proprio quella di Merzbow. Da segnalare anche gli Hijo Kaidan, che spaziano dal punk al metal utilizzando il noise come collante. Rimangono famosi per le loro performances improvvisative per aver lanciato verso il pubblico amplificatori e liquami maleodoranti; prima di alcuni show sono state declinate le responsabilità per feriti e/o morti! Con gli anni ‘90 il power-noise assume caratteristiche originali e sempre più oltranziste. Molti sono i gruppi o le “one-man band” che affiancano i Merzbow: gli Incapacitants (dall’89), i Violent Onsen Gheisha (dal ‘90), e l’incredibile The Gerogerigegege (sado-maso e onanista). Debutta inoltre il collettivo C.C.C.C. che comprende la danzatrice e performer sado-maso Butoh, infine i Solmania e gli Aube.

MUSICA, SPETTACOLO E BODY-ART. L’aspetto postumano nella musica e nella performance. Parte IV: 1980-2000

Continuiamo la rassegna della musica e dell’arte “postumana”. Tra immagini mistico-occultistiche e scenari apocalittici sono da segnalare i Current 93 (dal 1983) e l’eclettico Nurse With Wound (dal 1980), che passa in rassegna un po’ tutti i sottogeneri electronoise.
Tra i vari gruppi del periodo, quelli che ci sembrano più ispirati al concetto di postumanesimo sono i Coil, con un rumorismo moderato e ciclico con tendenze morbose, che ha sfornato anche album di astrattismo spirituale (prima che esoterico) come The Angelic Conversation (1985) o Scatology (1986).
Grande frequentatore di musiche nuove e sperimentali è sicuramente Brian Eno, che sviluppa la musica ambientale e new age con derive elettroniche, rock e liriche anche di ampio respiro. Ha collaborato con molti musicisti d’avanguardia, tra cui i Cluster (gruppo elettronico che esce dalla scena del kraut-rock tedesco), David Byrne, e negli ultimi tempi Laurie Anderson, poliedrica personalità che entra di diritto a far parte degli artisti postumani. Laurie Anderson è sia performer che musicista e mostra ben presto la sua indole transartistica collaborando con William Burroughs, organizzando eventi e mostre a New York e diventando celebre nel mondo della musica con il singolo O Superman.
Tornando al rock, è il ciclone del punk che rinnova il genere indirizzandolo verso derive a volte sterili, altre creative, altre ancora postumane. Citiamo The Cure e i Bauhaus, dediti a un crepuscolarismo sonoro, gotico, a volte lirico, altre disperato. Sulla stessa linea i Death in June, The Sisters of Mercy e i Joy Division, mentre discorso a parte meriterebbero i Dead Can Dance, che affondano le proprie radice in un folk cupo e lirico. Altro genere affine è la new wave (non a caso il nome è mutuato al filone fantascientifico nato dalla rivista inglese New Worlds), primi tra tutti i Depeche Mode, i Soft Cell e gli Ultravox.
Senza allontanarci troppo dalla vera essenza del postumanesimo, degni di menzione speciale troviamo i Clock Dva (cioè “Orologio Due”, si mette subito l’accento sul tempo) con un’originale elettroacustica jazz; passeranno ben presto a una pura elettronica ipnotica e onirica. Album come Transitional Voices (1990), Buried Dreams (1991) o il più esplicito (per il postumanesimo) Man-Amplified (1991) sono pietre miliari del postumanesimo elettronico contemporaneo.
Continuiamo a lanciare idee di possibili percorsi sonori postumani cercando di suddividere i protagonisti per provenienza.
Dagli Stati Uniti arrivano i Ministry, che cominceranno a produrre violenza sonora con martellante ritmo elettronico e overdrive di chitarre, evolvendo, nel giro di soli tre anni e quattro album in un technometal granitico (il meglio in The Land of Rape and Honey dell’1988 e The Mind Is a Terrible Thing to Taste del 1989). Il loro sound è ripreso dai Nine Inch Nails di Trent Reznor (dal 1989), più elettronici ma non meno violenti.
La ricerca in senso ambientale trova in prima linea Mike Harris, attivo su più fronti ma soprattutto con gli Scorn (dal 1993), che presentano un sound minimale e apocalittico. L’incontro tra Mike Harris e Bill Laswell è fondamentale per il proseguimento della ricerca in questo senso, attraversando tutte le possibilità dell’ambient-dub, fino a giungere a un isolazionismo new wave di cui fanno parte i Tortoise (1995).
La Germania ci regala gli Einstuerzende Neubauten, che si distinguono per uno stile personale, caratterizzato da pezzi ritmati suonati con materiali di scarto industriali, come vecchi elettrodomestici, seghe circolari, trapani, ferraglia, plastica, catene, ecc., orchestrati dalla voce dark-new wave del cantante Blixia. La band arriva a creare melodie assolutamente piacevoli, degne di un compositore contemporaneo. Ascoltate prima Strategies Against Architecture II (del 1991, più strutturato del primo omonimo) e, subito dopo, Tabula Rasa (1993) e noterete l’artista che prima “cerca” e poi “trova”.
Citiamo poi i belgi Front 242 (dal 1985), che con la loro musica fisica e ritmica, daranno il via a tutta una generazione (e a un genere chiamato body-music per la sua indole a far muovere il corpo): Klinik (dal 1987) e Insekt (i risultati migliori in Dreamscape del 1992).
Dai Paesi dell’Est provengono gli sloveni Laibach che dal 1982, su un progetto programmatico provocatorio e controculturale, suonano ritmi marziali e marcette militari dal sound decisamente innovativo. Sono da considerarsi senz’altro postumani se consideriamo il lavoro concettuale che sta alla base della loro musica: hanno fondato la Neue Sloveniske Kunst, una vera e propria micronazione con tanto di passaporto. Un vero e proprio “postumanesimo politico”.
Dall’Inghilterra i Nitzer Ebb, i Chakk, e i trasognanti Komputer.
Dalla Francia i Die Form (che potremmo divertirci a chiamare i fautori del sesso postumano, ascoltare per credere).
Dal Canada arrivano per primi gli Skinny Puppy (nati già nel 1983, senza riuscire però a trarre meriti dalle loro intuizioni) e gli attivissimi Front Line Assembly (ascoltate Tactical Neural Implant del 1992 o Hard Wire del 1995).
Infine, abbiamo già menzionato Stelarc, che aveva cominciato con le Sospensioni, per passare a nuove performance ispirate alla cerimonia O-Kee-Pa degli indiani d’America. Con ganci inseriti nella carne collegati a corde, si faceva issare nel vuoto con una gru, anche per venti minuti. Ma è negli anni ‘80 Stelarc raggiunge la sua indole più marcatamente postumana. In collaborazione con un’èquipe di ricercatori universitari specializzati in robotica, realizza Third Hand: si fa innestare sul braccio destro una terza mano artificiale, comandata dai muscoli addominali e dalle gambe. Successivamente lavora a Third Hear (Terzo orecchio). Una teorizzazione estrema: il corpo umano mostra i limiti del proprio sistema evolutivo.

MUSICA, SPETTACOLO E BODY-ART. L’aspetto postumano nella musica e nella performance. Parte III: 1960-1980 Musica

Alla fine degli anni ‘60 la musica popolare si apre alla sperimentazione (in contemporanea alla “rivoluzione parallela” che avviene nel mondo dell’arte, con la nascita della body-art). Da un lato i progressi della tecnologia, dall’altro la diffusione delle droghe, aprivano ampi e inesplorati scenari ai musicisti e alle band musicali.
Tra i primi sono i Pink Floyd in A Saucerful of Secret (1968) e Ummagumma (1969) a dilatarsi in allucinate saghe interplanetarie e a fecondare i semi dello space-rock, un genere di notevole fortuna soprattutto nella scena alternativa inglese nei primi anni ‘70.
Dopo i Pink Floyd citiamo senza dubbio i Kraftwerk (allievi di Stockhausen), gruppo electropop formatosi nel 1970, direi addirittura paladini di un certo postumanesimo ecologico, assolutamente non estremo, ma determinato.
Per quanto riguarda strettamente la musica, gli anni ‘70 sono caratterizzati dallo space-rock (Tangerine Dream, Ash Ra Temple, Popol Vuh, i più tribali Amon Duul I, il più lirico Klaus Schulze e i Faust, che nel nome richiamano anche l’idea Goethiana di superomismo). Importanti i Cabaret Voltaire, sperimentatori, ironici, anch’essi aperti all’idea di una tecnologia filoumana e The Residents, sostenitori di una “teoria dell’oscurità”, che possono essere considerati i progenitori del plagiarismo, la pratica, cioè, di citare, campionare o copiare di sana pianta pezzi pop o rock.
E anche il rock mostra il suo aspetto più postumano: quale musicista infatti ispira più “alienità” del David Bowie degli anni ’70? Bowie crea un vero e proprio personaggio postumano, confermando questa sua attitudine nei dischi (The Man Who Sold the World del 1970 e The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders From Mars del 1972) e nei film che interpreta (L’uomo che cadde sulla Terra, 1976).
Senz’altro postumano è l’album Metal Machine Music di Lou Reed. E postumani sono soprattutto i Throbbing Gristle di Genesis P-Orridge (ex mail e body-artist). I loro intenti erano quelli di scioccare con la violenza dell’impatto visuale, concettuale e musicale attraverso rumori, estetiche nazi-militaresche, pornografia, ecc.). P-Orridge utilizza il termine “industriale”, riconosce come guru William Burroughs, James G. Ballard e filosofi post-moderni come Michel Focault, Jean Baudrillard, Gilles Deleuze e Felix Guattari.
Dalla fine degli anni ’70 e soprattutto negli ‘80 si moltiplicano i gruppi di non-musicisti o ex-musicisti che si cimentano in nuove sperimentazioni. Menzioniamo, in una sorta di brain storming del periodo, il duo newyorkese Suicide, che già nel 1977 avevano tradotto il rock tradizionale in un linguaggio minimal-elettronico, Z’ev (forsennato percuotitore di bidoni, primo di numerosi emuli), i Test Department (politicamente schierati e primi sperimentatori di una certa industrial-dance), Foetus (autori di forti miscele sonore che coniugano rock, elettronica e rumore industriale), The Hafler Trio (musicologi dell’elettronica noise, autori di ricerche sonore pseudocolte), Non (il californiano Boyd Rice, autore di inquietanti dischi di puro rumore che si potevano indifferentemente suonare a 16, 33, 45 o 78 giri), gli Whitehouse (ultranoise in cui pure frequenze sono impastate dalla voce delirante del britannico William Bennett) e The Haters (autore di rumore non-sense, con il pregio dell’ironia, che lo porta a concepire un disco senza solchi e palline di vinile).