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Le lettere di rifiuto ricevute da George Orwell, Stephen King e altri giganti della letteratura

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Quando si parla di autori che hanno segnato la storia della letteratura come George Orwell e Herman Melville, o che continuano a farlo come Stephen King, spesso ci si dimentica che una volta anche loro erano autori in cerca di un editore disposto a pubblicarli. George Orwell fu fortunato: la sua lettera di rifiuto fu educata e rispettosa. Ma altri autori hanno spesso incassato dei rifiuti tutt’altro che simpatici. Seguono quelli ottenuti da Orwell per La fattoria degli animali, divenuto uno dei classici della letteratura mondiale, e quello ottenuto dal Re dell’horror per il suo primo romanzo Carrie. Quello di Moby DIck ricorda invece alcune logiche di mercato molto attuali, mentre uno dei peggiori rifiuti è senza dubbio quello ottenuto da Sylvia Plath.

George Orwell, La fattoria degli animali:

«Concordiamo che sia un notevole scritto, che la favola è trattata con grande abilità e che la narrazione di per sé mantiene vivo l’interesse: qualcosa che pochi autori sono riusciti a raggiungere, da Gulliver in poi. Tuttavia, non siamo convinti (…) che questo sia il giusto punto di vista da cui criticare l’attuale situazione politica. (…) I suoi maiali sono molto più intelligenti degli altri animali, e perciò sono i più qualificati per gestire la fattoria – in realtà, non ci sarebbe potuta essere alcuna Fattoria degli Animali senza di loro: quindi, qualcuno potrebbe sostenere che serva non più comunismo ma più maiali dotati di più senso civico. Sono molto dispiaciuto, perché chiunque pubblichi questo romanzo avrà naturalmente l’opportunità di pubblicare i suoi lavori futuri: e ho molta considerazione per i suoi lavori, perché lei è un esempio di scrittura di fondamentale integrità.»

Herman Melville, Moby Dick:

“Primo, per sapere: deve essere proprio una balena? Capisco che sia un ottimo espediente narrativo, per certi versi addirittura esoterico, ma vorremmo che l’antagonista avesse un aspetto potenzialmente più popolare tra i giovani lettori. Per esempio, il Capitano non potrebbe essere in lotta con la propria depravazione verso giovani e magari voluttuosi signorine?”

Sylvia Plath, La Campana di vetro:

“Miss Play ha dimestichezza con le parole e un occhio attento per le cose inusuali e i dettagli vividi. Ma forse, ora che si è disfatta di questo libro, la prossima volta userà il suo talento più efficacemente. Dubito che a qualcuno mai venga in mente di leggere questo libro, quindi potrebbe avere una seconda possibilità.”

Molto concisa invece quella di rifiuto per Carrie ricevuta da Stephen KIng:

“Non siamo interessati alla fantascienza distopica. Non vende.”