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Le navicelle di Star Wars ai raggi X

Il vastissimo universo di Star Wars non poteva di certo trascurate le navicelle spaziali. L’autore Jason Fry, grazie alle meravigliose illustrazioni di Kemp Remillard, ha appena pubblicato un libro intitolato Star Wars: The Forse Awakens Incredible Cross-Sections, che si concentra proprio sulle navicelle spaziali, illustrandone gli intricati meccanismi interni. Ve ne mostriamo alcuni estratti. Per chi volesse approfondire, il libro è reperibile su Amazon.

Le inquietanti prede sorridenti di Alex Solis

Noto nel mondo della rete con lo pseudonimo alexmdc, Alex Solis, artista di Chicago, ha creato una serie di opere che ritraggono con uno stile tipico dei cartoni animati per bambini una delle scene più comuni in natura: la preda catturata dal predatore. Ciò che rende però particolari – e in parte anche inquietanti – queste illustrazioni è il sorriso che caratterizza i coniglietti, i pinguini e le zebre che emanano l’ultimo respiro fra le fauci dei loro carnefici. Segue una breve carrellata delle sue opere.

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Intervista a Tiziano Cremonini: Fantascienza e illustrazioni, fra immaginazione e sense of wonder

Ciao Tiziano. È un vero piacere averti qui. Gli appassionati di fantascienza ti conoscono bene. Ma, per chi si fosse avvicinato al genere solo di recente, ti andrebbe di presentarti?

Prima di tutto un caro saluto ai lettori del blog! Opero come grafico e illustratore dal lontano 1983: a quell’anno, infatti, risalgono le mie prime copertine per la storica Editrice Nord. Ricordo bene il primo incontro con Gianfranco Viviani, allora titolare della casa editrice; per me, ancora studente del’ISIA di Urbino, fu molto stimolante. Parallelamente all’attività di illustratore svolgevo, e svolgo tutt’ora, l’attività di consulente grafico per varie aziende, anche di respiro internazionale. Negli anni a seguire ho realizzato copertine di genere fantastico anche per Solfanelli e Fanucci, contemporaneamente ho pubblicato brevi storie a fumetti, “Robottino Rosso” e “Onirosfera” su 1984 (poi 2984) edizione italiana, “Robottino Rosso” anche sulla rivista tedesca Schwermetall, e, negli anni seguenti, 2 storie a fumetti anche su “Penthouse comics” ediz. italiana. Dai primi anni ’90 in poi ho realizzato molte copertine per diversi editori europei tra cui Heyne Verlag, Moewig Verlag, Alpha Verlag, Goldmann Verlag, Bastei Verlag, Edition J’AI LU, S.C.Miron Edcom ed altri. Alla fine degi anni ’90 ho cominciato ad occuparmi di alta formazione diventando docente di Illustrazione e Comunicazione Visiva presso l’ISIA di Faenza e cominciando a collaborare anche con il Centro di Alta Formazione CERCAL di S.Mauro Pascoli. La cosa fondamentale che devo dire è che la fantascienza mi è sempre stata accanto.

Quali sono i temi principali che caratterizzano le tue opere?

Ma direi un po’ tutte le tematiche tipiche della fantascienza: ho però una particolare preferenza per le
ambientazioni “spaziali”: astronavi, pianeti e battaglie sono abbastanza ricorrenti nelle mie illustrazioni. Come lettore prediligo la Space Opera.

Quali fra i tuoi lavori ti stanno più a cuore e perché?

A parte le prime committenze che si ricordano sempre con affetto, sono particolarmente legato ad alcuni progetti realizzati assieme all’amico Giovanni Corbelli. Una serie di racconti illustrati che abbiamo realizzato alcuni anni fa dove abbiamo messo in campo un po’ tutta l’immaginazione a nostra disposizione, ipotizzando scenari e personaggi; insomma un progetto in cui ho fatto “anche” l’illustratore. Nei tempi recenti, invece, sto avendo delle grandissime soddisfazioni dal sodalizio con il mitico Sandro Pergameno, e il suo agguerrito staff di collaboratori, nel realizzare il magazine Cronache di Un Sole Lontano di cui curo la grafica e le illustrazioni.

La famosa frase “un’immagine vale mille parole”, originata nell’ambito dell’advertisement americano, sottolinea fra l’altro una verità ben nota nel mondo del marketing, ovvero che le immagini possono determinare il destino di un prodotto. Credi che la stessa cosa valga anche per la letteratura? È la storia o la copertina a vendere un libro?

Sinceramente penso che per un lettore attento ed appassionato sia la storia ad esercitare maggiore interesse. Se poi c’è una copertina degna allora è il massimo! Diversamente, per il lettore occasionale, che sceglie un libro più ad istinto che per conoscenza dello scrittore, una bella cover che sappia affascinarti ed incuriosirti diventa fondamentale.

Nel corso della tua carriera hai collaborato anche con editori esteri. Quali differenze esistono fra il mercato italiano e quello estero?

Per quello che riguarda gli editori esteri, ho sempre lavorato tramite il mio agente tedesco: posso dire solo bene, vista la precisione e le modalità collaudate nel loro modo di operare. Ma anche con gli editori italiani con cui ho collaborato, mi sono trovato bene.
Oggi, purtroppo, il mercato si è praticamente “dissolto” dal nostro punto di vista di illustratori. Tolta Urania, che affida le proprie cover al bravissimo Brambilla, e poche altre realtà, molti editori preferiscono acquistare immagini royalty-free a pochi euro per contenere al massimo i costi, in un mercato di grande crisi come quello attuale.

Quali consigli daresti a un giovane che vorrebbe intraprendere il mestiere di illustratore?

Lavorare sodo, lavorare sodo e lavorare sodo. Massima umiltà e ascoltare consigli e suggerimenti per potersi migliorare sempre di più.

Prima di lasciarci, ti andrebbe di segnalarci i siti dove è possibile seguire le tue attività e parlarci dei tuoi progetti?

Il mio sito, che non aggiorno molto spesso, http://www.tizianocremonini.net ma soprattutto il mio profilo facebook sul quale sono presenti gallerie con i miei lavori più recenti. Al momento sono impegnato, assieme a Sandro Pergameno, principalmente sul magazine Cronache di Un Sole Lontano, ma sto elaborando alcuni progetti di cui terrò informati gli appassionati.

Ti ringraziamo molto per l’intervista, Tiziano, e ti facciamo un grosso in bocca al lupo!

Crepi il lupo! E grazie a voi.

Le altre interviste di Kipple:

Kipple intervista Franco Brambilla: il rapporto indissolubile fra arte e fantascienza

Ciao Franco. Benvenuto sul blog di Kipple Officina Libraria. È un onore averti qui. La stragrande maggioranza dei nostri lettori sapranno già chi sei. Ma per chi non lo sapesse ancora ti andrebbe di raccontarci un po’ qual è stato il tuo percorso professionale? 

Ciao, grazie a voi per l’intervista è un onore anche per me partecipare a questo blog. Il mio percorso professionale dopo aver frequentato l’Istituto Europeo di Design comincia in uno studio di consulenza editoriale milanese che aveva appena comprate i suoi primi Mac e cercava giovani che ci si dedicassero, correva l’anno 1992/93. Con loro ho disegnato soprattutto per l’editoria scolastica ma è stato molto importante perché dover realizzare tanti disegni in poco tempo mi ha fatto imparare a fondo programmi di grafica che utilizzo ancora oggi (ad esempio photoshop). Purtroppo (o per fortuna) il lavoro era stagionale e alternava momenti di intenso lavoro a mesi di totale libertà (disoccupazione). In pochi anni riuscii a comprarmi il mio primo computer professionale e cominciai a cercare lavori da libero professionista. La shake edizioni mi chiamò per realizzare la copertina del numero 11 della loro rivista “decoder”, numero dedicato a Ballard per cui rappresentai un sommergibile nucleare a zonzo per le vie di una New York allagata. Per loro realizzai poi altre copertine di romanzi scifi e un art di Mondadori notò i miei lavori e mi commissionò prima copertine per ragazzi e poi cover per romanzi vari: strade blu, oscar. Era l’inizio di una collaborazione che dura ancora oggi anche se come freelance mi capita di lavorare con altre case editrici italiane ed estere di quando in quando.

Fin dai suoi inizi, la narrativa di fantascienza – forse anche per via dell’ampio spazio che dà all’immaginazione – si è sempre fatta accompagnare da illustrazioni spesso affascinanti e coinvolgenti. Penso ad esempio alle illustrazioni che arricchivano i romanzi di Jules Verne oppure a quelle che abbellivano le riviste pulp. Com’è cambiato secondo te il rapporto fra illustrazioni e narrativa di genere negli anni?

Forse non è cambiato nel profondo… deve sempre attirare, incuriosire e catturare il lettore senza svelare troppo. Che sia acquerello, collage o computer poco importa.

Le immagini in un’opera d’arte seguono delle regole di composizione. Si potrebbe dire che l’arte visiva ha una propria “grammatica”. Secondo te le parole possono ottenere lo stesso risultato delle immagini oppure sono due forme espressive così diverse da non poter essere ritenute equivalenti?

Sono forme espressive diverse ma che in alcuni ambiti interagiscono magnificamente, penso al fumetto ma anche all’equilibrio che deve esserci tra testo ed immagine in poster, copertine e video. Insieme potenziano il messaggio, un mezzo ha bisogno dell’altro.

Kurt Caesar, uno degli illustratori che ha maggiormente influenzato il panorama del fantastico specialmente in Italia, ha saputo con i suoi disegni rappresentare in modo eccellente il sense of wonder della fantascienza durante la transizione dalla golden age a una SF più sociologica. Karel Thole era d’altro canto molto più cupo, riflessivo e “inquietante”. Quali sono i temi principali che caratterizzano invece i tuoi lavori?

Realismo, drammaticità ma anche ironia… questi sono gli elementi che mi piace “usare” quando costruisco un’immagine.

Ammirando le tue opere, anche quelle esposte nel tuo sito, si può avvertire un ritorno al sense of wonder che forse si era un po’ perso. Ma ci sono anche degli elementi molto originali, come le cartoline invase dai personaggi dei film. L’arte può essere ritenuta specchio della società in cui viviamo, un po’ forse anche commento sociale. Cosa credi che rispecchino queste contaminazioni nelle tue opere?

“Invading the vintage” è un progetto artistico che ho iniziato nel 2007 e che ancora prosegue. Nel tempo mi sono accorto di non essere l’unico a creare questi “corto circuiti” ma che esiste un vero e proprio movimento artistico denominato geek-art molto attivo. Penso che la mia generazione cresciuta passivamente davanti alla tv, ai fumetti e ai videogame senta il bisogno di esprimere il proprio punto di vista, di commentare, di personalizzare e rielaborare la gran massa di informazioni con cui è stata bombardata fin da piccola… forse è una strana forma di “maturità nerd”. Sicuramente queste re interpretazioni e parodie sono molto apprezzate. In Francia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti ho molti fan e collezionisti. Fondamentalmente ho iniziato “Invading the vintage” perché volevo appendermi in casa qualcosa che mi piacesse, che mi rappresentasse (e che potessi permettermi)… naturalmente per aver l’effetto migliore bisogna incorniciare le invasioni con cornici usate, trovate ai mercatini o nella soffitta della nonna. Provare per credere!

Spesso la narrativa di genere – e in particolar modo la fantascienza – ha sofferto il pregiudizio dei critici che la ritengono letteratura di serie B. Lo stesso pregiudizio esiste anche nei confronti delle illustrazioni di fantascienza (e gli artisti che le creano)?

In Italia senza dubbio sì, qui i cartoni animati, i fumetti, le serie tv, i libri di genere sono marchiati con il timbro della “sottocultura”… ma se il fumetto glielo chiami “graphic novel” allora anche il critico intellettualoide più sofisticato lo vorrà leggere. Gli artisti che creano queste immagini se ne sbattono di questi pregiudizi, io sicuramente… mi fan solo sorridere.

Uno dei tuoi progetti è una raccolta di immagini molto interessante. Ti andrebbe di parlarci un po’ dei tuoi progetti e anche della collaborazione che stai portando avanti con Dario Tonani?

Ho conosciuto Dario quando mi sono occupato delle copertine per i suoi romanzi che uscirono su Urania. Mi piace molto come scrive e con il tempo siamo diventati amici. Un giorno dopo aver letto Cardanic gli ho mandato un mio disegno di come mi ero immaginato la nave a ruote Robredo e il mondo fantastico in cui si muove: Mondo9. A lui son piaciuti molto e quindi nel tempo libero ho iniziato a costruire nuovi scenari e mezzi descritti nei suoi racconti. In Italia non si vedono spesso ma esistono dei libri che raccolgono illustrazioni, visualizzazioni e progetti che sono stati sviluppati durante o prima della lavorazione di film… io li colleziono e spesso sono meglio del film stesso. Così è nato “The Art of Mondo9” che raccoglie le decine di illustrazioni ispirate alla saga creata da Dario commentate da brani estrapolati dai vari racconti. Oggi esiste la possibilità di autoprodursi piccoli libri e portfolio senza “svenarsi” anzi in alcuni casi si può caricare in rete il progetto e stamparlo solo su richiesta. Io, per esempio, ho cominciato a raccogliere le immagini fatte in tanti anni per le varie collane mondadoriane in una serie di volumetti che ho chiamato “I Mondi nel cerchio”, ho raccolto le cartoline invase da personaggi e astronavi di film di fantascienza in un volumetto che ho chiamato “Lets go back to the classics”. Chi fosse interessato trova questi progetti sul mio sito e può scrivermi senza impegno. Quando mi capita di essere invitato a convention o fiere del fumetto ne porto sempre qualche copia.

Grazie mille, Franco, per l’intervista! Ti facciamo un grosso in bocca al lupo e speriamo di riaverti!

Ancora 1000 grazie a voi e “crepi il lupo”!!!

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