Archivi tag: Electric Sheep Comics

Electric Sheep Comics al Festival Culturale del Fumetto 2018: intervista a Filippo Ferrucci

Filippo Ferrucci

Ciao Filippo, è un piacere averti ospite sulle pagine virtuali di Kipple. Ti andrebbe di iniziare presentandoti?

Ciao a tutti, piacere mio! Ho 42 anni, sono sposato ed ho una bimba di 7 anni. Questo per dire che in questo momento il tempo per portare avanti le mie passioni, lo devo proprio inventare. Ho sempre avuto numerosi interessi: dopo essermi laureato in matematica, aver suonato la batteria in alcune band Heavy Metal (una registrazione con i Dragonia ed una con i Fake Healer, più altre cose minori…), essermi cimentato nella scrittura di un thriller esoterico (che dovrebbe venire pubblicato presto, mi auguro), essermi divertito con una trasmissione radiofonica, aver ideato un gioco da tavolo con un collega… Ho deciso di provare a trasformarmi da “lettore di fumetti” (e li leggo da una vita) in “scrittore di fumetti”. Quindi, da qualche anno, mi sto dedicando a questa nuova passione.

Ci vuoi parlare del tuo ruolo all’interno di Electric Sheep Comics?

Sono amico di lunga data di Riccardo Iacono, una delle pecorelle elettriche, e posso vantarmi di aver vissuto la nascita di ESC e la sua crescita, anche se solo dall’esterno. Ancora ero solo un “lettore di fumetti”. Poi la passione creativa per la nona arte ha iniziato a germogliare in me e mi sono avvicinato sempre più a questa gabbia di matt… ehm, all’associazione culturale, partecipando con loro ad alcune fiere e facendo così amicizia con Sascha Ciantelli, Claudio Fallani, Alessandro e Roberto Napolitano. Quando i tempi sono stati maturi, i ragazzi mi hanno chiesto di entrare attivamente nel gruppo ed io ho accettato davvero con molto piacere!
Attualmente mi occupo principalmente di scrivere sceneggiature, ma con tutti i ragazzi c’è grande sintonia e, ogni volta che ci vediamo, nasce qualche idea o spunto interessante. Quindi spero che le nostre energie riunite possano presto sfociare in nuove iniziative da aggiungere a tutte quelle che già i ragazzi sono riusciti a costruire e promuovere nel tempo!

Quali opere saranno presenti al Festival Culturale del Fumetto 2018?

Ovviamente porteremo tutte le “vecchie glorie” di ESC, come Bloodwashing, Touch and Splat, Delirium, Visioni dal Futuro, ecc… Ma accanto a queste ci saranno anche alcune novità:

S.T.I.P.S.I.: un volumetto di circa 40 tavole, contenente due storie autoconclusive e strampalate. Parlare del contenuto di questo albo non è semplice, per più di un motivo, ma credo che il sottotitolo dica già molto: “IL NULLA A FUMETTI”…

LA SFERA SUPREMA: un’opera di fantascienza grottesca e demenziale, articolata in tre volumi da 32 tavole. Al Festival Culturale del Fumetto porteremo l’episodio 1 (Skulonite Aurae Arlecchinensis Fatum) già presentato al Prato Comics 2018 e l’episodio 2 (La cosa che non era da farsi), che invece è alla sua prima uscita in pubblico.

LA MIA VITA CON PHILIP KINDRED DICK: un libro dove la quinta moglie del celeberrimo autore ci racconta una serie di aneddoti e confidenze su suo marito, uno dei “filosofi” più arguti dell’epoca moderna.

LA BIO-ARMATURA Z – Cronache di Warui-Haji: un volume di 90 tavole a colori autoconclusivo. Il soggetto è di fantascienza “action” (scontri, duelli, sfide) ed è articolato in 5 storie indipendenti, ma legate comunque da una “certa continuity orizzontale”.

Tu sei l’ideatore de La Bio-Armatura Z. Ti andrebbe di parlarcene?

Grazie, molto volentieri, anche perché è stata davvero una faticaccia portarlo a termine! Come dicevamo è articolato in 5 storie autoconclusive e indipendenti, cioè con ambientazioni e protagonisti diversi. Per poter rendere al meglio l’atmosfera e la narrazione delle singole avventure, abbiamo deciso di affidare ognuna di esse ad un disegnatore differente. I ragazzi, inoltre, hanno dovuto cercare di modificare il proprio stile “usuale” proprio per avvicinarsi il più possibile allo spirito del capitolo che era stato loro assegnato e questo, come tu sai, non è affatto semplice. A prima vista, potrebbe quindi sembrare un’opera “schizofrenica” o la raccolta di 5 storie appartenenti a mondi narrativi disgiunti (una parla di ninja, una di corse automobilistiche, un’altra di una tribù di donne guerriere…). Invece, un leitmotiv, un’intersezione, un elemento di continuità c’è! Ed è rappresentato da un personaggio – il Dr. Warui-Haji del sottotitolo – che ricorre ora come protagonista, ora come comparsa. In definitiva la Bio-Armatura Z parla delle peregrinazioni che questi si trova ad affrontare per raggiungere i suoi scopi, secondo il paradigma per cui, anche nello stesso “tempo”, luoghi distanti presentano tecnologie, usi e costumi molto diversi. In due parole si tratta di un piccolo esperimento sia dal punto di vista grafico che da quello narrativo, dove le due prospettive dovrebbero sostenersi a vicenda per creare un qualcosa di organico e coerente, nonostante le sfaccettate fonti di ispirazione e suggestioni… Speriamo vivamente di esserci riusciti, ah ah ah! Sul sito di ESC è comunque possibile reperire qualche informazione più dettagliata sul volume.

Disegno di Lorenzo Nicoletti

Hai in mente dei progetti futuri sia all’interno di ESC che no?

Di idee nel cassetto, come per tutti gli scrittori, ce ne sono in abbondanza! Alcune più “individuali”, altre concepite a quattro o più mani i ragazzi di ESC… Il problema principale, come sempre, è il tempo che davvero non basta mai! Tralasciando i progetti che ancora si trovano ad un livello embrionale (di cui uno molto interessante con Alessandro e Claudio), allo stato attuale mi piacerebbe terminare principalmente due progetti:

  • la prima trilogia de LA SFERA SUPREMA, di cui sono autore insieme a Riccardo (dico solo che, attraverso 20 lunghi anni, ha mutato più volte forma, passando da “concept album”, a libro, ad animazione, fino a vedere la luce nel 2018 nella sua attuale forma fumettistica).

Per averne un assaggio: www.lasferasuprema.com; www.facebook.com/SferaSuprema.

  • il secondo è un progetto molto particolare, rivolto ad un pubblico giovane, realizzato come un fotoromanzo con minifigures e veicoli LEGO. Il titolo è LA SQUADRA Z ED IL PROGETTO NEMESI LUCE.

Vi ringrazio di cuore per questa intervista, spero possa esserci presto l’occasione per poter parlare anche degli altri progetti che stanno bollendo nel calderone di ESC. Alla prossima!

Disponibile per il download gratuito l’intervista ad Amedeo Balbi

È disponibile gratuitamente su tutti i portali ebook e, naturalmente, sul sito Kipple, l’intervista con fumetto ad Amedeo Balbi, nata da un’idea di Roberto Bommarito e Alessandro Napolitano; l’incontro è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Electric Sheep Comics, mentre le tavole e i disegni interni sono di Marzio Mereggia. Il lettering è di Claudio Fallani e la copertina è di Ksenja Laginja.

Il tema dell’intervista verte sul ruolo dell’uomo nell’universo e vira su altre suggestioni aliene e astrofisiche tenute insieme dalla passione per la Fantascienza e la Scienza, passando per gli argomenti che interessano l’umanità sul procinto di una possibile Singolarità Tecnologica.

Amedeo Balbi è nato a Roma nel 1971, è professore associato di astronomia e astrofisica al Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. È autore di oltre 90 pubblicazioni scientifiche, i suoi interessi di ricerca spaziano dall’origine dell’universo, al problema della materia e dell’energia oscura, alla ricerca di vita nel cosmo. È editorialista de Le Scienze, scrive tra gli altri per Repubblica, La Stampa, Wired, Il Post, collabora con programmi radio e tv, ed è autore di diversi libri. Con Cercatori di meraviglia (Rizzoli, 2014) ha vinto il Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2015. Il suo ultimo libro è Dove sono tutti quanti? (Rizzoli, 2016).

La collana fuori (collana)

Uno spazio per le opere di frontiera di Kipple Officina Libraria, intrise di sensibilità ineffabile da lasciare l’anima e il cuore aperti, istanti di essenza in crescita.

Visioni dal futuro: la prima raccolta di fumetti Sci-Fi di Electric Sheep Comics. Intervista ad Alessandro Napolitano

SyKYwbLiBpgHQIFe42r0F9PopZNVioCEoHKvBlg0K8kCiao Alessandro, è un piacere riaverti ospite qui sulle pagine virtuali di Kipple! Prima di tutto, per chi ancora non conoscesse Electric Sheep Comics, ti andrebbe di farci una breve introduzione?

Ciao Roberto e grazie ancora a Kipple e ai suoi lettori per l’ospitalità. Electric Sheep Comics, da ora in poi ESC, è tanta voglia di sperimentare. Ecco, forse questa non sarà proprio una definizione tecnica, ma è sicuramente una prerogativa importante nella quale riconosciamo la nostra Associazione Culturale. Ci muoviamo spesso nell’ambito dei comics e lo facciamo scrivendo e disegnando i nostri fumetti. I generi che ci appartengono sono quelli che da lettori “consumiamo” di più: la fantascienza e il fantastico in generale, ma anche il pulp è nelle nostre corde. ESC, seppure è una realtà ancora giovane, vanta una discreta esperienza nella media editoria avendo pubblicato graphic novel cartacee, fumetti a bivi in ebook, numerosi contributi a fumetti con magazine digitali. E per tornare a quel desiderio mai sazio di sperimentare, ESC è anche Book Tuning, realizzazione e co-produzione di corti cinematografici nonché partner di serie web.

Cos’è Visioni dal futuro?

Visioni dal futuro è per prima cosa un tributo. Un tributo a tutti gli scrittori e disegnatori che sono stati accanto a ESC fin dalle sue origini. L’Associazione Culturale Electric Sheep Comic ha voluto festeggiare la sua costituzione con un albo cartaceo a colori che raccogliesse il meglio della propria produzione a fumetti. Il genere che lega tutti i comics e le illustrazioni dell’albo è la fantascienza! Acquistare Visioni dal futuro (versione cartacea ISBN 9788893062978, disponibile su Youcanprint e in tutte le librerie digitali) significa sostenere le attività dell’Associazione e permettere a questa di continuare il proprio cammino di sperimentazione artistica.

opF9ojOHaNVAWrROgzEghYT-o7k1YR1_TiHvT5U0A2YCi parleresti brevemente dei fumetti inclusi nell’antologia?

Fantascienza è la parola d’ordine. Distopia, space story, viaggi nel tempo, singolarità tecnologiche sono alcuni degli elementi che caratterizzano i fumetti e le splendide illustrazioni di Visioni dal futuro. Con i fumetti selezionati abbiamo voluto mettere in discussione l’idea “comune” che molti hanno del futuro. Non possiamo avere la presunzione di avanzare delle risposte, ma l’ambizione di porre domande, questo sì. Queste domande hanno generato quelle “visioni” che abbiamo dapprima tradotto in comics e poi stampato a caratteri maiuscoli nel titolo dell’albo.

Tre ragioni per non lasciarsi sfuggire Visioni dal futuro.

Chiunque ami la fantascienza non dovrebbe perdere la possibilità di vederla interpretata con addosso l’abito elegante del fumetto; per quanti non hanno famigliarità con il genere, Visioni dal futuro offre un’alternativa diversa per entrare in contatto con la fantascienza, diciamo pure di leggerla da un’angolazione differente; sostenere lo sforzo di una auto pubblicazione di qualità. Permettimi di estendere questo consiglio anche a tutti i libri che con ESC non hanno nulla a che fare. Purtroppo, o per fortuna, la piccola editoria e il self publishing è pieno di autori capaci e in grado di intrattenere il lettore italiano al pari (se non meglio) della grande editoria. Sicuramente bisogna saper scegliere (passaparola e recensioni nei social sono ottimi strumenti di selezione), però la soddisfazione di scoprire e premiare talenti dà alle letture indie un fascino particolare.

sYb3PApxKN6Pw3TI_r0z9P_a0g8hbgSiVAml2hJ-ACQCome vedi la situazione del fumetto in Italia?

C’è uno zoccolo duro di lettori che è in grado di sostenere il movimento. C’è anche l’ambizione dei grandi titoli di rinnovarsi e di scrollare via un po’ di polvere auto celebrativa a vantaggio di una necessaria modernizzazione. Ci sono le realtà più piccole che sgomitano e qualcuno riesce a mettere la testa fuori dal mondo sommerso dell’underground. Gli ebook, per quanto lontani dalle logiche dei vecchi collezionisti (e nel mondo del fumetto i collezionisti ce ne sono parecchi), stanno prendendo piede e si prestano alla diffusione dei comics, non fosse altro per l’alta qualità delle tavole e i costi contenuti. A occhio mi sembra ci siano segnali incoraggianti, quanto meno per non sprofondare nella crisi profonda che spesso ha colpito la letteratura tradizionale.

Continua a leggere

Il cortometraggio in Italia: Kipple intervista lo sceneggiatore Claudio Fallani e il regista Stefano Poggioni

Claudio Fallani

Ciao Claudio e Stefano. È un piacere avervi ospiti sul blog di Kipple. Vi andrebbe di iniziare presentandovi e raccontandoci a grandi linee il vostro percorso artistico?

CF: Ciao Roberto, grazie per averci ospitato, è un vero piacere apparire qua su Kipple. Cominciamo col rispondere alla prima domanda (e a quale, altrimenti?): la locuzione “percorso artistico” implica un “cammino” intrapreso verso la produzione di opere d’arte, mentre io realizzo semplicemente quello che mi piace nel modo migliore a me possibile. Non credo possa definirsi arte nel senso stretto del termine e sinceramente non me ne preoccupo. Mi interessa soltanto soddisfare la voglia di creare qualcosa di mio, di rendere tangibili le mie idee.
Ho sempre avuto molti hobbies: la musica, il cinema, la fotografia, i fumetti, il disegno, la letteratura…
Ho cercato di cimentarmi in tutto, ottenendo a volte con buoni risultati, altre volte pessimi.
La passione per la scrittura mi ha portato a pubblicare diversi racconti di fantascienza, alcune poesie e di recente anche un piccolo contributo a un saggio sulla comunicazione.
Circa un anno e mezzo fa ho dato vita assieme ad Alessandro Napolitano, Riccardo Iacono e Roberta Guardascione al progetto Electric Sheep Comics, un gruppo di amici (ormai cresciuto a dismisura) che si adopera per raccontare storie usando soprattutto il linguaggio del fumetto, ma non solo…
Infatti, l’insieme delle mie passioni si concretizza nel cinema che le racchiude un po’ tutte. Nel 2011 ho scritto il soggetto per il mediometraggio “La lunga notte di Victor Kowalsky” poi realizzato da Stefano Poggioni e prodotto da Essi Girano, Electric Sheep Comics e The Factory Prd.
Nel 2013 ho partecipato assieme a Riccardo Iacono (ESC) alla stesura dei soggetti per la serie TV Funkazzisti con la Regia di Marco Limberti, che vede tra gli interpreti Niki Giustini, Giacomo Carolei, Luca Seta, i Mammuth, Massimiliano Galligani e Beppe Braida.
Adesso sto “lavorando” a una serie tv di genere thriller-paranormale assieme ad Alessandro Napolitano. Siamo ancora in fase di scrittura, ma ho buone sensazioni in proposito.
Tornando ai fumetti, dopo aver vinto il Premio Cometa al Levantecon di Bari con “Lunaris” scritto con Alessandro Napolitano e disegnato da Roberta Guardascione. La Casa Editrice Il Foglio ha dato a ESC l’opportunità di curare una collana di graphic novel, la ESC COLLECTION, giunta al secondo numero “Blood Washing”, di cui stiamo scrivendo un prequel che uscirà tra qualche mese. Assieme a Nero Press Edizioni, abbiamo dato vita a una serie importante ispirata a un famoso autore del fantastico. Infine è ancora in fase di realizzazione “Io sono un occhio”, un mio tributo a Ubik e a tutta l’opera di Philip K. Dick.

Stefano Poggioni

SP: Odio parlare di me, perciò sarò breve. Sono appassionato di cinema, fotografia e musica fin da quando ero piccolo. Ho frequentato scuole di cinema e incontrato persone che mi hanno insegnato molto. Ho fondato l’associazione Essi Girano con la quale abbiamo prodotto svariati cortometraggi e festival di cinema. Insieme a mia moglie, fotografa, ho fondato l’associazione The Factory prd. che si occupa di produzione di Videoclip per band indipendenti e non e di progetti visivi e sperimentali. Il mio primo amore è stato per il cinema horror (il Villaggio dei Dannati è stato il primo film che ho amato), ma è poi spaziato ad altri generi.
Mi piace considerare “La lunga notte di Victor Kowalsky” il mio primo cortometraggio, perché è il primo che mi rappresenta realmente. A breve uscirà un secondo lavoro, sempre con Cristiano Burgio dal nome “The Drift”.

Quali vantaggi e quali svantaggi ha il cortometraggio rispetto alle pellicole di più ampio respiro?

CF: A questa domanda risponderà sicuramente meglio Stefano. Penso che il cortometraggio abbia bisogno di un’idea forte o di uno stile molto personale per fare presa. Deve contenere l’essenziale utile alla storia senza poter divagare e a volte può essere difficile scegliere cosa serve all’economia della storia e cosa, invece, possiamo fare a meno. Un vantaggio pratico è quello del costo contenuto rispetto al lungometraggio, quindi può essere più facilmente autoprodotto.

SP: Nel cortometraggio devi raccontare una storia in poco tempo, perciò la caratterizzazione dei personaggi, la descrizione dell’atmosfera, sono elementi più complessi da rendere, d’altra parte nel corto è possibile una maggiore sperimentazione senza il rischio di annoiare lo spettatore.

Come descrivereste il presente del cortometraggio in Italia, includendo sia gli aspetti positivi che quelli negativi?


C.F: Da quello che ho potuto vedere selezionando i corti in concorso per l’Essi Girano Film Festival, direi che la produzione del cortometraggio è florida, esistono molti videomakers, registi, alcuni di talento, altri meno, ma quel che conta è che la passione non è morta e questo è importante.
D’altra parte il corto e il mediometraggio resta per un pubblico di nicchia, per lo più appassionati che si devono dare da fare per scovarli alle rassegne dei festival o nella rete.
Il grande pubblico non è abituato a questi formati e il cortometraggio (quando è un buon cortometraggio) resta soltanto un ottimo biglietto da visita per registi emergenti.

S.P: Conosco molto bene l’ambiente dei festival di cortometraggi, né ho organizzato con la mia associazione uno per diversi anni. Gli aspetti positivi sono che in Italia esistono registi di grande talento che affrontano una grande varietà di generi e che chi intraprende questo “lavoro” lo fa per passione.
L’aspetto negativo è che a differenza di molti paesi europei, non esiste un mercato dei cortometraggi, esistono pochissime case di produzione e ancor meno di distribuzione e di conseguenza le potenzialità si sprecano in opere senza destinazione.
I festival e da poco alcune realtà web sono l’unico canale di sfogo.

Credete che le nuove tecnologie, in particolar modo internet, possano ridare nuovo impeto alla cinematografia breve?

C.F: Certamente, la potenzialità del mezzo è infinita. Se usato nel modo giusto è un ottimo modo per farsi conoscere. Inoltre internet è un mondo mordi e fuggi, dove ci si stanca a concentrarsi troppo a lungo su qualcosa. Molta gente legge articoli brevi, passa da un contenuto all’altro. Per questo formati video di pochi minuti di durata possono essere la forma più adatta per essere fruita.

S.P.:Sicuramente internet è un mezzo importante per diffondere il proprio lavoro, conoscere realtà con cui fare rete, trovare persone motivate a partecipare a progetti lowbudget. Sempre più persone guardano serie web o cortometraggi su internet e condividono il link. Penso che internet sia un mezzo che predilige la meritocrazia.

Qual è la storia del cortometraggio La lunga notte di Victor Kowalsky?

Riferendomi al racconto più che al cortometraggio e cercando di non anticipare troppo, direi che è la storia di un uomo in crisi con se stesso, in cerca di un’identità propria. Un uomo senza un sistema di valori proprio. Il continuo riferimento ai valori collettivi creerà la sua dissociazione, la sua colpa, e il modo in cui Kowalsky cercherà di eluderla sarà in realtà la causa ultima che lo farà precipitare in una spirale infinita di follia e sprofondare sempre di più in un’angosciante rimorso senza via d’uscita.

S.P.: Victor Kowalsky è a letto, tormetato dagli incubi del suo passato. E’ solo, immerso in una stanza maleodorante e sporca, accerchiato dagli spettri di una follia profonda, di ricordi accantonati, e di mostri che occupano il suo mondo solitario. Dietro a tutto questo c’è il senso di colpa, presente e assordante come un ronzio continuo. Mentre Victor passa da un sogno all’altro, alla ricerca di una via d’uscita, istanti del passato riaffoano pian piano, dipanando la tela di un evento che ha cambiato per sempre la sua vita. A prendere forma è la sua fragilità schizofrenica e malata, che lo porterà a cercare una soluzione drastica all’atroce angoscia che lo tormenta.

Quali sono stati gli aspetti più difficili nel realizzare il cortometraggio?

C.F.: Di aspetti difficili ce ne sono stati a bizzeffe! Dalle condizioni in cui il corto è stato girato, ai mezzi. Tanto che alcune idee originali sono state scartate perché troppo difficili o rischiose da realizzare con lo scarso budget a disposizione. Ad esempio all’inizio del corto, quando Kowalsky è in preda al delirio si presenta ai piedi del letto il suo alter ego “cattivo”, la sua ombra, il suo lato oscuro. Nel racconto originale Kowalsky non riesce a dormire, sente i passi delle blatte che camminano sul pavimento, il rubinetto del bagno gocciolare, i grilli, il ticchettio della sveglia e i tarli che masticano il legno delle travi sulla sua testa, schizza seduto sul letto e impreca e al capezzale – là dove nel corto c’è il suo Doppelgänger – un tarlo alto due metri gli consiglia di guardarsi dentro…

S.P. Il dover gestire blatte ed insetti vivi è stato un aspetto tutt’altro che semplice.
Oltre a questo la cosa più difficile è stata la situazione in cui giravamo.
In uno scannafosso ammuffito, freddo e senza ossigeno per ore e ore, oppure in una fabbrica abbandonata piena di piccioni. Insieme all’attore ha sofferto molto anche la troupe, ma è stato un ottimo modo per entrare realmente nel mood del film!

Vi andrebbe di raccontarci qualche aneddoto che riguarda le riprese del corto La lunga notte di Victor Kowalsky?

C.F: Beh, potrei raccontare che il secondo giorno di riprese mi sono preso una gran paura. Stavo facendo da spola tra casa e la location per procurare taniche di acqua calda per riempire la vasca dove Cristiano Burgio (Victor Kowalsky) avrebbe dovuto immergersi. Questo era necessario perché il bagno nel quale giravamo in realtà non era un bagno, ma uno scantinato di un locale. I ragazzi di Essi Girano avevano costruito delle mura piastrellandole come un vero bagno, avevano portato un’antica vasca di ghisa e una lavatrice. Il rubinetto della vasca era collegato a una sistola che prendeva l’acqua dall’esterno. Acqua fredda. In uno scantinato freddo. Non potevamo farlo immergere lì dentro senza prima trovare il modo di riscaldare l’acqua! E il modo l’avevamo trovato, ce la procuravamo da casa riscaldandola e trasportandola sul set chiusa in delle taniche. Tutto ok, fino a che alla sera, torno sul set e trovo Cristiano sdraiato su due sedie, bianco come un morto e Dario Nesti che cercava di dargli assistenza. La lunga esposizione al freddo gli aveva causato un malore. Io avrei voluto interrompere le riprese, ma Cristiano preferì continuare e terminare l’ultima scena. Così, se vi capita di vedere il corto, fate caso alla scena nella quale esce dalla vasca e guardate quanto è straordinariamente reale!

S.P.: Una cosa incredibile è accaduta il primo giorno di riprese nella “stanza di Victor”, abbiamo trovato per caso disegnato su un muro uno schizzo che corrispondeva perfettamente all’immagine del volto di Cristiano (Victor), noi lo abbiamo subito preso come un segno del destino.

Vi andrebbe di indicarci i siti grazie ai quali è possibile seguirvi?

C.F: Questa è la pagina FaceBook ufficiale di Electric Sheep Comics. Il sito invece lo trovate qua. Se invece volete sapere di più de “La lunga notte di Victor Kowalsky”, fate un salto qui.

SP: Segnalo: http://www.thefactoryprd.it e il sito: http://www.essigirano.it

Cronache di Un Sole Lontano Comics: tanti stupendi fumetti di fantascienza da leggere gratuitamente!

È appena uscito il terzo numero di Cronache di Un Sole Lontano, intitolato per l’occasione: Comics. Come è possibile intuire dal titolo, si tratta di un numero speciale interamente dedicato ai fumetti. Alcuni di questi, come l’originale Vuoti, scritto da Roberto Bommarito (Premio Robot 2014) e Roberto Napolitano (Premio Cometa 2013) e illustrato dagli stupendi disegni di Valerio Mezzanotte, sono stati ideati apposta per questo numero speciale del già importante magazine dei giganti del panorama fantascientifico italiano Sandro Pergameno e Tiziano Cremonini. Il terzo numero vede inoltre attuarsi una fruttuosa collaborazione fra Cronache di un Sole Lontano ed Electric Sheep Comics, il gruppo artistico emergente che sta riscuotendo sempre più successo sia nel mondo dei fumetti che in quello cinematografico. Qui troverete fra l’altro l’intervista Kipple al cofondatore di ESC, Alessandro Napolitano.
Per scaricare il magazine sia in alta che in bassa definizione, oppure consultarlo direttamente online, basta cliccare qui. Buona lettura!

Il passato, il presente e il futuro del fumetto (e non solo): Kipple intervista il cofondatore di Electric Sheep Comics Alessandro Napolitano


Ciao Alessandro. È un piacere averti ospite sul blog di Kipple. Ti andrebbe di presentarti per chi non ti conoscesse ancora?

Ciao Roberto, lasciami ringraziare te, Kipple Officina Libraria e quanti vorranno leggere la nostra chiacchierata. Presentarsi e farlo in modo che non risulti noioso è difficile. Mi sento di dire che sono una persona molto curiosa, forse è proprio questo aspetto che mi ha portato ad amare i libri. Molti pensano che mi senta a mio agio in mezzo alla gente, forse perché vedono la facilità che ho nel mettere in contatto persone, alimentare collaborazioni e cose di questo tipo. In realtà sono una persona introversa e schiva per certi aspetti. Chi mi frequenta stenta a crederlo, ma è assolutamente così. Per fortuna non sono qui per parlare solo di me, ma ho l’onore di rappresentare un gruppo fantastico di ragazzi che sotto il nome di Electric Sheep Comics (ESC per gli amici) hanno dato vita a un laboratorio virtuale, un progetto incentrato sulla produzione e selezione di Graphic Novel. E non solo!

Com’è nato Electric Sheep Comics?

ESC nasce da un fitto giro di Email, scambiate durante la pasqua del 2012, tra me, Roberta Guardascione, Riccardo Iacono e Claudio Fallani. Mi ricordo che pensammo di creare un gruppo ispirato alle band rock, all’energia e alla complicità che queste realtà sanno scatenare e alimentare. Con questa voglia sfrenata avremmo percorso le vie del web mostrando le nostre graphic novel. In quattro sarebbe stato più facile digerire i “no” che inevitabilmente si sarebbero accumulati quando si ha a che fare con editori e pubblicazioni, ma sarebbe stato anche più soddisfacente festeggiare insieme i “sì”, frutto di piccoli e meritati successi. Muoverci in gruppo ci avrebbe garantito maggiore visibilità perché ognuno di noi si sarebbe impegnato a fare conoscere la nostra iniziativa. E così è stato. La graphic novel era il giusto strumento da usare, visto che io e Claudio abbiamo fatto qualche esperienza editoriale con dei racconti, mentre Riccardo e Roberta sono degli artisti del disegno. Ok, mi cazzieranno. Diranno che ho esagerato con “artisti”, ma tu lascia scritto così perché è la verità.
Ancora una cosa: ESC è nata anche grazie all’esperienza che abbiamo fatto sul sito letterario BraviAutori.it e alle capacità del suo webmaster, Massimo Baglione, di concedere a tutti gli utenti gli strumenti per crescere e migliorarsi.

Prendendo in considerazione anche le nuove tecnologie, come vedi il futuro del fumetto in Italia?

Il futuro del fumetto in Italia verrà stabilito dai suoi lettori. Uno zoccolo duro, affezionato all’odore delle copertine plastificate e a quello della carta, tra cui me, non rinuncerà mai alla soddisfazione di sfogliare un libro. Le innovazioni, faccio riferimento soprattutto a quelle “virtuali”, ci concederanno sempre maggiori strumenti per usufruire del prodotto fumetto. I nostri figli me li immagino a leggere graphic novel mentre queste si animano e parlano dagli schermi di un tablet. Cosa che in parte già accade. Nulla di sbagliato, si tratta pur sempre di progresso. Io però mi tengo stretto l’odore della carta, insieme a quello della colla dietro le figurine, il cofanetto di Happy Days e una sana nostalgia del Subbuteo.

Quali sono a tuo parere i fumetti più importanti che hanno marcato la storia del genere e perché?

Ho girato la domanda ad alcuni collaboratori di ESC, affinché la risposta possa essere più completa possibile. Ecco cosa ne è uscito: Roberta Guardascione mette l’accento su Crepax e Pratt, capaci di rivoluzionare il modo di concepire i fumetti. Prima di questi autori i comics erano destinati solo all’intrattenimento giovanile, poi, con “Una ballata del mare salato”, il fumetto si è innalzato a letteratura ed è diventato intellettuale e per adulti. Tiziano Sclavi è stato il genio che attraverso il “citazionismo” di Dylan Dog ha reso ogni albo della serie una piccola enciclopedia, capace di aprire nuovi mondi in fatto di libri, film e musica. Forse ha permesso a un’intera generazione di diventare più interessante, e magari l’ha anche migliorata.

Roberto Napolitano ci ricorda la serie “Splatter”, pubblicata alla fine degli anni ’80 e conclusa pochi anni più tardi a causa di alcune censure. Splatter ha visto autori emergenti come Brindisi, De Angelis, Ferrandino, Mari e Soldi; ha contribuito allo sviluppo di un genere che in seguito, con toni più soft e senza rischiare denunce, si è radicato nella cultura italiana attraverso personaggi come Dylan Dog. Importante sono stati Spiderman e Topolino; il primo per avere divulgato l’idea/sogno di un’America dove tutto è possibile e il secondo per avere ceduto a una narrazione semplice e lineare, definendo stereotipi di personaggi molto caratteristici come l’avaro, l’attaccabrighe ecc. Ancora Mc Farlain e il suo Spawn, dove la generazione degli anni ‘90 ha scoperto i disegni gotici con i suoi caratteristici tratti schizofrenici. Roberto mette l’accento su James O’ Barr. “Il Corvo” ha evidenziato le potenzialità che una Graphic Novel ha di esprimere gli orrori intimi del proprio autore. Impossibile non citare The Walking Dead, dove per la prima volta la parte centrale di un fumetto è stata il rapporto tra i personaggi e le dinamiche del gruppo, a prescindere dai protagonisti stessi. Valerio Mezzanotte ha sottolineato l’arte di Sin City di Miller, Conan di Bushema, The Kingdom Come di Alex Ross, Il Gioco di Manara, Ken Parker di Milazzo, Corto Maltese di Pratt e Blueberry di Giraud; mentre Filippo Ferrucci ci invita a non dimenticare l’importanza e la diffusione che caratterizza il genere Manga: Dragon Ball, Akira e Berserk.

Quali errori dovrebbe evitare il fumettista esordiente?

Vogliamo proprio specificare “fumettista”? Per me possiamo lasciare la sola parola “esordiente”. In qualsiasi campo. Io ho 42 anni (42, già, la risposta fondamentale sulla vita…), lavoro da quando ne ho 19 e un’idea me la sono fatta. Qualsiasi esordiente dovrebbe evitare di essere pretenzioso e imparare come l’umiltà è capace di essere un’arma micidiale se ben usata. E bisognerebbe tenersi lontano dalla fretta, cosa che un ragazzo giovane, spesso, proprio non riesce a fare. Per l’esperienza personale che ho maturato, tenere a debita distanza questi due flagelli la considero già la metà dell’opera.

Mi sembra di capire che ESC non si limiterà esclusivamente ai fumetti. In quali altri aree si espanderanno le attività del laboratorio virtuale?

Grazie a Claudio Fallani e Riccardo Iacono, ESC si è aperto alla cinematografia e alle serie televisive. Claudio ci ha permesso di produrre insieme all’associazione culturale ESSI GIRANO il corto “La lunga notte di Victor Kowalsky”, tratto da un racconto dello stesso Claudio. “Victor” è stato presentato il 12 dicembre nella sua prima nazionale all’Uci Cinema di Campi Bisenzio (FI), ottenendo la soddisfazione di vedere la sala stracolma! Il corto è iscritto alla selezione per il Film Festival di Berlino e nelle prossime settimane sapremo se potrà partecipare all’importante kermesse. Riccardo ha permesso a ESC di diventare partner della serie Funk-azzisti prodotta da Icaroff ed Ecoframes. La serie, scritta tra l’altro anche da Riccardo, vedrà un montaggio di 12 episodi per la tv e un adattamento per il web.

Cosa ha fatto fino a oggi Electric Sheep Comics per le graphic novel e fumetti in genere?

Insieme alle Edizioni Il Foglio abbiamo dato vita a una collana interamente dedicata alle graphic novel. Si chiama ESC – Collection e prevede solo lavori in bianco e nero. Per la collana selezionano anche le graphic novel che arrivano dall’esterno. Non ci sono preclusione per alcun genere narrativo, guardiamo alla qualità dei disegni e alla profondità della storia. Sono due i titoli pubblicati: Touch & Splat, scritto da Alessandro Cascio con i disegni di Alessandro Buffa e la prefazione di Ernesto Gastaldi; Blood Washing, scritto da Claudio Fallani, Alessio Ottaviani e Alessandro Napolitano con i disegni di Roberta Guardascione, Sascha Ciantelli, Riccardo Iacono, Valerio Mezzanotte e Andrea Palloni. Blood Washing, con le oltre 250 copie vendute nei primi dieci giorni di pubblicazione, ci ha aiutato a dare impulso al nostro progetto.
ESC è impegnato anche nella selezione di fumetti per la rivista bimestrale del fantastico Terre di Confine. Siamo al secondo numero e la risposta dei lettori è soddisfacente. Per quanto il tempo ce lo permette, cerchiamo di partecipare con i nostri contribuiti ad altre riviste che ospitano graphic novel. È successo per POLVERE, pubblicata sul N° 6 di Knife (Nero Press) e LUNARIS (vincitore del Premio Cometa 2013), apparso sul N°14 di Skan Magazine.

Ti andrebbe di parlarci dei progetti futuri di ESC?

Apriamo un mondo. Rispondendo a questa domanda ci accorgiamo di come il progetto ESC stia ingranando. Per il 2014 sono in lavorazione tre graphic novel, tutte per le Edizioni Il Foglio. Si tratta di uno Steampunk nato dalla fantasia di Polly Russell e disegnato dalle matite di Roberta Guardascione per un connubio tutto al femminile e al vapore! La seconda è una Sci-Fi scritta da un certo Roberto Bommarito (autore di dubbie qualità al quale è giusto dare una chance… Rido a crepapelle) e disegnato da Marzio Mareggia. La terza è una graphic novel in collaborazione con la collana Demian (sempre Il Foglio) scritta e pensata dal mitico Federico Guerri e Alessandro Napolitano (quest’ultimo autore di ancora più dubbia qualità, per le quali le chance sono finite… Ti ho anticipato la battuta!) e disegnata da Claudia Giuliani, una giovane artista di cui sentiremo parlare i futuro. Continuerà la collaborazione con Terre di Confine, dove proporremo fumetti di disegnatori emergenti, capaci da subito di sbalordire per il loro stile. Lavoreremo con la neonata rivista “Cronache di un sole lontano” diretta da due guru come Sandro Pergameno e Tiziano Cremonini. In cantiere ci sono il prequel di Blood Washing e una collaborazione con gli amici di Nero Press che farà saltare sulle sedie tutti gli amanti di… Non ve lo dico.
In giugno inizieranno le riprese di un film, Ritratto di famiglia, genere horror, nato dalla sceneggiatura di Claudio Fallani e Alessandro Napolitano con la regia di Tommaso Sacchini. Ancora un progetto, forse il più importante di tutti: resteremo vigili e con gli occhi bene aperti, pronti a cogliere l’occasione giusta per aiutare il nostro movimento a crescere.

Prima di lasciarci ti andrebbe di segnalarci i siti attraverso i quali è possibile seguire le attività di ESC?

La nostra casa nel web si trova all’indirizzo www.escomics.com. Siete tutti invitati a prendere un caffè in nostra compagnia. Abbiamo inoltre una pagina facebook a cui teniamo molto e facciamo in modo di aggiornare con anticipazioni, tavole in anteprima e notizie dal mondo dei fumetti. Fra quelli che metteranno MI PIACE alla pagina di ESC, che potete raggiungere cliccando qui, a fine gennaio verranno selezionati 3 fortunati vincitori che otterranno una copia elettronica gratuita della graphic novel Blood Washing. Chiunque volesse mettersi in contatto con noi può farlo scrivendo a: electricsheepcomics[at].com

Grazie mille per l’intervista, Alessandro, e un grosso in bocca al lupo per tutti i tuoi e vostri progetti!

Crepi il lupo! Grazie a te e a Kipple per averci concesso questo spazio. Buon ELETTRICO 2014!

Le altre interviste di Kipple: