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Esce nella collana Versi Guasti la silloge Il ritmo della malata, di Beatrice Achille

Kipple Officina Libraria presenta nella sua collana Versi Guasti, dedicata alla poesia, Il ritmo della malata, una piccola silloge scritta da Beatrice Achille. Ci addentriamo in una notevole

riflessione interiore che contiene i caratteri della ricerca filosofica più pura, più profonda, vista dal punto di osservazione di un abitatore, un viaggiatore, un narratore e un incantatore. Dove ci porterà il viaggio di un’anima attenta e sensibile? Cosa ci rivelerà questo viaggio che tutti dovrebbero prima o poi affrontare?
La sentita introduzione è del curatore di collana Alex Tonelli e la copertina è di Luisa Sodomaco.

Dall’introduzione

Dov’è Beatrice Achille in tutta questa operazione poetica? È la poetessa presente in modo spasmodico nell’incarnare questo “Io” viaggiatore o è in esso annullata, annichilita sino a scomparirne?
Si tratta insomma di una poetica egocentrica ed egotica quella dell’Achille o è piuttosto un’azione consapevole di fuga, quasi un’abolizione volontaria di sé?
Io credo che Beatrice Achille, nella sua parossistica e bulimica produzione poetica abbia volutamente dato vita a “Io” e che, grazie a questo artificio poetico, filosofico (non sono casuali gli studi della poetessa), questo doppelgänger narrativo sia completamente arretrata, uscendo di scena, lasciando lo spazio illuminato del palco.
Questo automa perfetto le consente di svanire, di confondersi in un luogo di non esistenza e lasciare che sia “Io” a esplorare il mondo, il “tu”, il corpo e la propria stirpe di donna, la poesia stessa.
Leggendo queste poesie ho pensato a Judah Löw, il Rabbino che diede vita al Golem per una giusta causa, per difendere il Ghetto di Praga e per combattere i nemici degli ebrei. Ma qual è la giusta causa di Beatrice Achille? Quale la sua battaglia per la quale ha creato questo Golem composto di parole che è “Io”.
Noi lettori questo non lo sappiamo, e ciò che resta è seguire “Io” nel suo cammino.

La quarta

Vi è un protagonista assoluto nelle poesie che compongono questa nuova uscita di VersiGuasti dedicata alla giovane poetessa triestina Beatrice Achille. Un abitatore, un viaggiatore, un narratore e un incantatore. Il nome che abbiamo voluto dare a questo personaggio assoluto è “Io”. Chi è qui rappresentato, descritto e osservato nel suo saltellare nei diversi luoghi della poesia di Beatrice Achille è “Io”. Di chi sia tale “Io”, chi sia tale “Io”, cosa pensi, cosa dubiti e cosa crei con la sua parola non ci è dato sapere. Ciò che possiamo fare è semplicemente seguirlo nelle sue peregrinazioni, nelle sue possessioni e nei sui viaggi. Forse alla fine “Io”, l’abitatore della poetica dell’Achille, ci svelerà qualcosa, si fermerà e racconterà, a noi lettori curiosi, una morale del suo viaggiare.

L’autrice

Beatrice Achille nasce a Trieste nel 1996 e studia Filosofia all’università Ca’ Foscari di Venezia. Apertasi alla scrittura in giovanissima età, esordisce inizialmente attraverso il teatro, producendo un’enorme numero di copioni, tra cui Le Passanti (2014), Il Confine (2015), Incomunicabilità. Offerta teatrale (2017).

La collana VersiGuasti

VersiGuasti è la collana di Kipple Officina Libraria diretta da Alex Tonelli interamente dedicata alla poesia e alla letteratura lirica in versione digitale, alla costante ricerca di connessioni e poetiche appartenenti al Connettivismo e non solo.

Beatrice Achille, Il ritmo della malata
Introduzione: Alex Tonelli
Copertina: Luisa Sadomaco

Kipple Officina Libraria – Collana Versi Guasti – Pag. 25 – 0.95€
Formato ePub e Mobi – ISBN 978-88-32179-05-7

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